Regia di Michael Steiner vedi scheda film
Interessante giallo dalle venature horror che anticipa - per ambientazione e soggetto - il più noto Hagazussa (2017). Ispirato da una leggenda alpina nota come "The guschg herdsmen's doll", qui data come di origine svizzera con il nome di Sennentuntschi.
Alpi svizzere, oggi. In un bosco, alla ricerca di funghi, una bambina e sua madre scoprono uno scheletro semisepolto nel terreno.
1975, Trepunt (villaggio alpino). Un sacerdote viene rinvenuto cadavere, apparentemente dopo essersi impiccato. Sebastian (Nicholas Ofczarek), poliziotto locale, trova casualmente una ragazza (Roxane Mesquida) in stato di amnesia, non parla e non fornisce alcun elemento in grado di poterla identificare. La popolazione, istigata dal parroco, ha cattive intenzioni nei confronti della donna, tanto che Sebastian decide di tenerla in custodia sotto la sua protezione. Nel frattempo Martin (Carlos Leal), ricercato dalla polizia per omicidio, ripara in una sperduta fattoria, ospite del pastore Erwin (Andrea Zogg) e di suo nipote, sordomuto, Albert (Joel Basman). Erwin vive in maniera precaria, allevando animali da uccidere per nutrirsi e cercando di alleviare il clima di solitudine bevendo assenzio. Ed è proprio dopo essersi ubriacato che racconta a Martin una leggenda locale, quella della Sennentuntschi: in tempi remoti, la mancanza di donne induce tre pastori a farne surrogato mediante una scopa, della paglia e qualche straccio. Quell'orribile simulacro avrebbe preso corpo, per volere del diavolo, trasformandosi in donna (Sennentuntschi). La ragazza ospite di Sebastian, perseguitata dalla popolazione, sfugge dal paese e finisce proprio a casa del pastore, dando l'impressione di essere la Sennentuntschi.
"Sappiamo tutti chi è il responsabile. Non è la prima volta che questa donna ha ucciso. I primi resoconti scritti su questa donna risalgono al 1340. Otto monaci morti a Piedmont. E c'è di più: quattro mercanti in Bohemia nel 1435. Nel 1656 cinque soldati morti a 20 km dal fronte. Alaska, sedici minatori. Cinque missionari a Eschnapur. Abbiamo rapporti, immagini, persino fotografie. St Moritz, 1950, l'ultimo caso." (Discorso del parroco)
Roxane Mesquida
Misconosciuta opera di origine svizzera che sembra, in parte, avere anticipato Hagazussa: La strega (2017), per ambientazione e per la presenza di una ragazza in odor di satanico patto. Una sceneggiatura complessa, articolata in una narrazione che passa dal presente al passato (1975) e che da lì procede ancora a ritroso (1950), nella quale si sviluppano due storie: quella di Sebastian, poliziotto dall'animo buono e altruista, e quella del pastore, suo nipote e un omicida in fuga dalla giustizia. Un racconto avvincente, sviluppato per incastro, con flash back riassuntivi che contribuiscono a rendere più complicato l'intreccio perché al termine della visione, conclusa in maniera tragica, gli interrogativi permangono.
Andrea Zogg
Via di mezzo tra giallo dalle tinte fosche (il parroco stupratore e assassino, la cui figlia parrebbe essere proprio la Sennentuntschi) e horror soprannaturale (per la presenza dello spettro di Albert), il film lascia nel dubbio, spingendosi a dare come plausibile spiegazione un risvolto spiritico. Molto ben interpretato e con una regia potente e suggestiva che non risparmia carrellate e piani sequenza, panoramiche mozzafiato e dissolvenze con cambi di scena atipiche, Sennentuntschi sembra anche porsi sul piano di polemica verso il fanatismo religioso. La sconosciuta misteriosa, ottimamente interpretata da Roxane Mesquida, teme la croce ma ne ha ben ragione: essendo frutto di una colpa "nata in seno alla religione", vittima di un sequestro e di una follia che l'ha vista prigioniera, oltre vent'anni, nei sotterranei di una chiesa. Michael Steiner, regista poco prolifico del quale - in Italia - sono arrivate solo commedie (Non tutte le sciagure vengono dal cielo, 2018), non risparmia dettagli macabri, nudo (sempre di circostanza e funzionale) e punti di domanda. Perché quello che veramente vuole raccontare - condannandola - Sennentuntschi è ancora una volta la brutalità dell'uomo (inteso in senso maschile) nei confronti della donna, qui resa ancora più atroce (e insopportabile) dalle responsabilità di un rappresentante della chiesa. Da noi è arrivato eccezionalmente, con sottotitoli, nel lontano novembre 2011 al ToHorror Film Festival, per poi sparire purtroppo dalla circolazione.
Roxane Mesquida
Colonna sonora
Quando Martin smonta dall'autobus per incontrare Erwin, in sottofondo si ode il seguente brano francese:
Ford mustang (Serge Gainsbourg)
"È la Chiesa che ha abbandonato l’umanità, o è l’umanità che ha abbandonato la Chiesa?" (Thomas Stearns Eliot)
Trailer
F.P. 20/12/2020 - Versione visionata in lingua svizzero-tedesca (durata: 115'01")
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