Regia di Mika Kaurismäki vedi scheda film
Commedia leggerina alla finlandese: accanto a trovate buffe, macchiette, gag e tormentoni (buona in questo senso la costruzione della sceneggiatura del regista e di Sami Keski-Vahala, da un romanzo di Petri Karra) ecco che troviamo temi come l'aborto, la prostituzione, le famiglie sfasciate da divorzi affrettati o addirittura da matrimoni che non s'avevano da fare. Insomma, una girandola di equivoci e personaggi che si rincorrono in cerchio, per arrivare nella più classica tradizione al lieto fine che ripristina la situazione incrinatasi all'inizio delle vicende; eppure lo spirito nordico degli autori non può esimersi dall'inserire problematiche più o meno gravi e dal fare quindi riflettere lo spettatore sui fattori psicologici e sociali che possono aver condotto alle situazioni narrate. La casa degli amori stabili è un prodotto atipico per Kaurismaki (fratello maggiore di Aki), solito alla produzione di documentari (soprattutto sul Sudamerica, dove vive dalla fine degli anni '80) o di film comunque avulsi dalla tradizione finnica; come pellicola è assolutamente godibile, nei limiti di una leggerezza quasi stereotipica dei personaggi. In una particina c'è Kati Outinen, musa di Aki Kaurismaki; i due protagonisti centrali sono meno noti al pubblico internazionale, anche perchè interpreti soprattutto di serie televisive finlandesi, Elina Knihtila e Hannu-Pekka Bjorkman. 5,5/10.
Una coppia sulla quarantina, in crisi dopo un aborto, si separa in casa: ma la prima regola (non portare in casa nuovi partner) viene infranta immediatamente da entrambi. Che scopriranno così di amarsi di nuovo. Nel frattempo però succederà di tutto.
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