Regia di Hal Ashby vedi scheda film
Dopo avere vissuto una vita intera a servizio come giardiniere in una casa di Washington, il cinquantenne analfabeta Chance (Sellers) è costretto a sloggiare. Il caso – durante il suo caracollare a vuoto per le strade di una città nella quale non si è mai inoltrato – lo porta fortuitamente presso la casa faraonica di un magnate della finanza. Qui i suoi modi garbati, l’aspetto distinto e i riferimenti alle uniche cose che conosce – il giardinaggio e la televisione – vengono interpretati come espressioni sibilline di un pensiero profondo. Da qui ai salotti dell’aristocrazia locale, alla stretta di mani al presidente degli Stati Uniti e all’interessamento nei suoi confronti da parte dei media, il passo è breve. Il capolavoro di Hal Ashby – tratto dal romanzo di Jerzy Kozinsky – è un apologo in chiave fantapolitica su una società obnubilata dalla televisione, in cui un minus habens qualsiasi (o forse, come scrive Tullio Kezich, «un idiota ispirato») – capace di dire «mi rendo conto» e poco più – può assurgere a un’immeritata notorietà. Ultimo film di grido per Peter Sellers, di ineffabile bravura. Nella colonna sonora, una folgorante versione di Eumir Deodato dello Zarathustra di Strauss.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta