Regia di David O. Russell vedi scheda film
Un insegnante lascia la clinica psichiatrica dove è stato chiuso otto mesi per aver aggredito l’amante della moglie: ne è ancora ossessionato, ma un’ordinanza restrittiva gli impedisce di avvicinarla, di telefonarle e anche solo di scriverle. Verso la mezz’ora entra in scena la giovane vedova Jennifer Lawrence, il film diventa rapidamente la solita commedia sentimentale fra sciroccati e il suo interesse cala. Purtroppo ha il difetto onnipresente nella Hollywood contemporanea: non si prende nessun rischio, è prevedibile come la morte, accumula futilmente ostacoli che verranno superati già nella scena successiva. Lui e lei percorrono linee fintamente parallele, che in realtà si intrecciano in continuazione: il jogging, la stesura della lettera, la gara di ballo e la partita decisiva del campionato di football che si svolgono nello stesso giorno (quale scegliere? tutte e due, ovviamente: dilemma risolto in mezzo minuto). In questi casi, se c’è un minimo di alchimia fra i due protagonisti (e qui c’è), lo spettacolo è passabile; ma ciò non esime lo sceneggiatore dal dovere di guadagnarsi la pagnotta. In compenso, a sorpresa, il vecchio De Niro dimostra di avere ancora qualche cartuccia da sparare: sia pure nel ruolo del rincoglionito, che ormai è quello che gli si addice.
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