Regia di David O. Russell vedi scheda film
Non mi ha deluso, ma mi aspettavo qualcosa in più, avendone letto recensioni quasi tutte entusiastiche da parte della stampa americana, che ultimamente tende ad avere un atteggiamento molto "protezionistico" verso certi prodotti mainstream a stelle e strisce. E' una commedia gradevole che affronta tematiche serie e che, dopo una prima parte più aspra ed incisiva nella definizione dei personaggi, nella seconda segue il percorso piuttosto prevedibile di una normale love-story. Il regista Russell conferma soprattutto un talento considerevole nella direzione degli attori, già mostrato nel precedente The fighter: la coppia di protagonisti Bradley Cooper- Jennifer Lawrence funziona a pieno regime con interpretazioni convincenti e ricche di sfumature a livello psicologico (si ammira soprattutto la ricchezza di espressione della Lawrence, ed è un peccato non averla ascoltata in versione originale), e nel cast di contorno torna a farsi apprezzare il grandissimo mattatore Bob De Niro nel ruolo del padre patito di scommesse sportive. Tuttavia, nell'affrontare tematiche serie e spunti drammatici come quelli del disturbo bipolare, del disturbo ossessivo-compulsivo e della depressione post-traumatica, sembra offrirne una versione un pò troppo edulcorata ad uso e consumo del grande pubblico, che infatti è accorso in massa. Il personaggio di Cooper non è un pò troppo affascinante e perfino seducente (e la scelta dell'attore sicuramente ha avuto il suo peso) per risultare credibile come un uomo che " ha combattuto a pugni stretti tutta la vita" contro le insidie di una malattia destabilizzante? Anche il personaggio del padre, nonostante risulti spesso divertente grazie al consumato mestiere di De Niro, risulta a tratti un pò troppo caricaturale, mentre quello caratterizzato meglio, nella sua metamorfosi da ninfomane a ragazza innamorata, mi sembra proprio quello di Tiffany. In conclusione, si tratta di un aggiornamento abbastanza efficace del "wishful thinking", espressione americana che si associa perfettamente alla traduzione italiana del titolo, ma non è una pellicola che resterà negli annali del cinema americano.
voto 7/10
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