Regia di David O. Russell vedi scheda film
Parte in quarta 'Silver Linings Playbook', grazie a un ritmo perfetto, dialoghi scoppiettanti e alcuni personaggi ben delineati e recitati con brio dai quattro interpreti principali - Bradley Cooper nel ruolo da marito tradito affetto da sindrome bipolare ci offre la miglior prova sin qui della sua carriera, la Lawrence, a soli 22 anni, per questa parte da giovane vedova, anch'essa a dir poco sfasata, buca lo schermo, per non dire di un risorto Robert De Niro, nel maniacale personaggio di scommettitore di professione pieno di superstizioni - finalmente una parte, dopo almeno un decennio di bulimia filmica a basso tasso qualitativo, degna della sua grandezza - per finire con Jackie Weaver, la madre dimessa e un po' petulante - ma, a causa di un paio di snodi nello script nella parte conclusiva, vede ridotta la sua verve che lo caratterizza per gran parte della durata.
David O. Russell è più apprezzabile come regista, dato che il suo adattamento del romanzo omonimo di Matthew Quick (parlo del titolo originale) vira verso un sentimentalismo e una ruffianeria di facile presa a partire dalla gara di ballo, il cui esito è un po' scontato, fino ad arrivare al finale 'natalizio'.
Tornando a Jennifer Lawrence ed avendola apprezzata in lingua originale, spero che il timbro molto marcato e profondo della sua voce - nonostante la verdissima età - non si sia perso con il doppiaggio, come capita ad esempio con Jodie Foster, generalmente doppiata con la voce ancora da ragazzina, che nemmeno aveva ai tempi di 'Taxi Driver'.
La scena migliore ha però per protagonista Bradley Cooper quando, in piena notte, scaglia dalla finestra un libro di Hemingway di fronte ai due sconcertati genitori.
Voto: 7. (visto in v.o.s.)
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