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Il lato positivo

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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La recensione su Il lato positivo

di M Valdemar
8 stelle

Tra le strepitose What Is And What Should Never Be dei Led Zeppelin e Fell in Love with a Girl dei White Stripes è racchiusa la parabola sentimentale ed esistenziale dei due fuori di testa Pat e Tiffany.
Non c’è che dire, proprio una bella coppia di svitati: lui è affetto da bipolarismo, esploso durante la scoperta del tradimento della moglie con conseguente pestaggio quasi a morte dell’amante, lei è una giovane vedova instabile dal recente passato fatto di compulsive relazioni sessuali.
Un incrocio non voluto, il loro, che nasce male e pare proseguire peggio, tra comportamenti assurdi, ricatti e ripicche, reciproche accuse se non proprio offese, corse/inseguimenti per le vie cittadine e tra i vicoli della fragile psiche. Due anime comunque ferite, disperate, sotto il giudizio perenne degli altri - familiari in primis - e con una gran senso di smarrimento e paure a dominarne impulsi e decisioni.
Rincorrere obiettivi, stabilire una strategia: insomma rimettersi alla pari col resto del mondo, armati di buoni propositi e soprattutto di psicofarmaci. Il tutto cercando di controllare sé stessi e le “amorevoli” ingerenze di parenti, amici, rappresentanti delle autorità, terapeuti.
No, non è facile: ogni scelta sembra sbagliata ed andare nella direzione opposta, bastano pochi istanti di una canzone che un tempo significava qualcosa per perdere temporaneamente la ragione, e il caso stesso rema contro.
Eppure, persino da un compromesso nato per motivi sballati e dalle concrete possibilità di scatenare disastri più che risolvere le proprie personali ossessioni, può aprirsi una nuova fase e mostrare la superficie luminescente del drappo funebre che aveva inghiottito le loro vite interrotte.
Forse la conclusione positiva potrà essere tacciata di prevedibilità e didascalismo tanto quanto - per quelli che erano i segnali abilmente posti durante l’arco degli eventi - appaia inevitabile, ma la certificazione di un amore che emerge in tutta la sua potenza sensuale tra le note energiche e catartiche dell’irresistibile pezzo dei White Stripes suddetto, è una grande pensata. Lì tutti - spettatori compresi - capiscono; cosicché la partecipazione emotiva diviene un’esigenza più che una conseguenza del facile ricatto.
Certo va registrato che il racconto è a tratti eccessivamente verboso e allungato in un magma discorsivo torrenziale nel quale confluiscono tematiche strane e ostiche come il football (anche se serve per descrivere la complessa e parimenti disturbata figura del padre di Pat) o presenze non ben definite (il compagno di ricovero dell’istituto psichiatrico), tanto che in un paio di situazioni l’attenzione rischia di calare.
Fortuna che, a reggere, benissimo, la scena ci pensano gli interpreti: Bradley Cooper sorprende per intensità e capacità di calarsi in un ruolo complesso e stratificato; Jennifer Lawrence, che aveva già suscitato ammirazione per quanto fatto vedere in Winter’s Bone, si esibisce in una performance ottima e priva di abbellimenti e sovrastrutture. Poi non avrà un fisico filiforme da ballerina ma è straordinariamente - e naturalmente - provocante e magnetica. Probabilmente l’Oscar assegnatole proprio per Il lato positivo (titolo italiano semplicistico, tanto per cambiare) è esagerato, ma ha sicuramente una carriera luminosa davanti a sé.
Bravissimi, nelle parti dei due genitori di Pat, Jacki Weaver e Robert De Niro (belli e vigorosi i suoi duetti con Cooper e fantastico quello con la Lawrence); a formare un quartetto di attori - protagonisti e non - di alto livello.
David O. Russell, già apprezzato per il precedente lavoro The Fighter, dirige e sceneggia. Come regista sceglie un approccio non invadente e scevro da superflui virtuosismi, lasciando ai personaggi modi e tempi per formarsi, crescere, insinuarsi nelle pieghe della narrazione con autenticità e passione. Ça va sans dire, la direzione degli attori è superlativa.
Se una pecca va trovata, riguarda il finale, riempito col quadretto dell’allegra famigliola (allargata a tutti i partecipanti come in una riunione di fine anno) e alcune (non richieste) informazioni del tenore “che fine hanno fatto”. Ecco, fermarsi prima, a quel bacio che sancisce un amore parso sempre impossibile, venuto dopo la corsa - ancora una corsa - tra Tiffany e Pat, con quest’ultimo che la insegue per dichiararle i suoi sentimenti, sarebbe stata una chiusa senz’altro migliore.

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