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Il lato positivo

Regia di David O. Russell vedi scheda film

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La recensione su Il lato positivo

di michemar
6 stelle

Il regista David O. Russell, reduce dal successo premiato con gli Oscar di “The Fighter”, si ripresenta ancora con una commedia, come il suo primo lungometraggio. Anche se questa storia ha dei presupposti di elementi drammatici alla base della instabilità caratteriale dei principali protagonisti, il plot ha uno sviluppo decisamente da commedia e all’inizio ero un po’ scettico per la resa che avrebbe avuto un’attrice come Jennifer Lawrence, abituato a vederla impegnata specialmente in film drammatici. Ho sempre creduto che lei rendesse meglio nel mostrare il suo viso, sì paffutello e adolescenziale, ma predisposto a situazioni di angoscia, tant’è che per me restano memorabili sia il suo debutto in un film impegnativo come “The burning Plain” che l’affermazione nel tragico “Winter’s bone”. Poi crescendo e arrivata al successo nel blockbuster “Hunger games”, a 22 anni affronta questo film che tra la sorpresa e la gioia di suoi tanti fans (tra cui io) arriva addirittura in cima alla montagna degli Oscar. Non so se è stata veramente la migliore attrice di quest’anno tanto da meritare la statuetta, ma evidentemente David O. Russell porta fortuna agli attori che chiama nei suoi film. Come accaduto nel film precedente che aveva nel 2011 tre non protagonisti tra le nominations - di cui poi due Oscar - in questo addirittura si è arrivati a tutte e quattro le chiamate per i quattro attori, cosa rarissima. E va bene che sono nomi grossi, De Niro in primis, però resta una cosa eccezionale.

Il film è leggero, divertente anche se sfiora argomenti seri come i problemi mentali da cui sono afflitti entrambi i protagonisti. Essi vengono da storie personali e familiari difficili: lei è appena vedova e lui vive da separato un po’ in casa di genitori e un po’ in una clinica dove cura la sua aggressività. Entrambi hanno bisogno di affetto, comprensione e stabilità affettiva, ma Tiffany non si dà pace per la disgrazia accadutale e Pat invece vuole tornare a tutti i costi con sua moglie, che lo tradiva bellamente con un collega insegnante che lui ha picchiato selvaggiamente avendoli colti in flagranza. A causa del suo comportamento il giudice gli ha vietato di avvicinarsi alla scuola dove insegna e alla casa della moglie e vive così con i genitori: un papà affetto dal vizio delle scommesse sul football e una mamma apprensiva e un po’ strampalata. Certo il quadro è proprio poco incoraggiante ma diventa quindi il terreno fertile per la sceneggiatura dello stesso regista fornendo l’occasione di situazioni a volte comiche e a volte semidrammatiche, rimanendo sempre nei binari della commedia divertente. Le scene migliori sono quindi i battibecchi tra i due sbandati e le situazioni di approccio verso un sentimento che vogliono nascondere ma che viene sempre più a galla. Come spesso succede in un amore che nasce, loro anche se rifiutati dalla società che li circonda riescono ad estraniarsi e a sentirsi meglio solo quando sono uno di fronte all’altro e la palestra dove si allenano per una gara di ballo diventa un sicuro rifugio, un luogo dove finalmente sono sereni. Bella la soundtrack che accompagna la storia, specialmente una scena della palestra con le voci di Bob Dylan e Johnny Cash in “Girl from the north country”.

Se Bradley Cooper è più avvezzo a trame di questo tipo, la sorpresa rimane la Lawrence al suo primo impegno in un film del genere. Mai come questa volta lei riesce a modulare il suo vocione sia nelle scene in cui è necessario recitare a bassa voce, sia in quelle in cui si scatena in scenate impulsive e di ribellione verso l’ambiente che la circonda. Però ribadisco, io sono un suo ammiratore della prima ora e la preferisco in film drammatici. L’Oscar era improbabile anche perché mi è sembrato che almeno Jessica Chastain fosse un gradino più su, ma evidentemente Jennifer è ormai una beniamina e il suo nome è stato accolto con una boato di soddisfazione nel  Dolby Teathre di Los Angeles.

Il regista è stato bravo ad usare la camera a mano nelle scene giuste e per inseguire i due scatenati protagonisti nelle loro corse di footing, dove si incontrano spesso anche perché Tiffany lo aspetta al varco dietro gli alberi quando lui passa in tuta per “agganciare” l’uomo che le pare ormai come un’ancora di salvezza, convinta (ma non lo dà a vedere) che finalmente le darà serenità.

Film piacevole da vedere, ma che se nel doppiaggio italiano perderà molta parte dei pregi della interpretazione dei quattro bravi attori, come i gridolini della mamma di Pat e le arrabbiature diurne e notturne di De Niro, gigione e divertito attore come sempre nelle commedie.

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