Regia di David O. Russell vedi scheda film
Una trama ingarbugliata in bilico fra il bipolarismo e la danza. Fra il dramma e i sentimenti. Ma soprattutto una trama nella quale Bradley Cooper riesce a essere ‘schizzato quanto basta’ e al tempo stesso ossessionato dal football dei Philadelphia Eagles, esattamente come ogni membro della sua famiglia, nella quale il patriarca Pat Senior è impersonato niente meno che da Robert De Niro, candidato all'Oscar anche per quest'eccellente prova. Cooper riesce a essere altrettanto capace di calarsi nei meandri della danza e dei rapporti personali, offrendo a David O. Russell, qui anche nel ruolo di sceneggiatore, una prova maiuscola impreziosita dalla presenza destabilizzante ma anche essenziale per le sorti della trama, del premio Oscar Jennifer Lawrence, vedova ai margini della ninfomania e ancora legatissima al ricordo del marito.
I legami che uniscono Pat, alla famiglia d'origine, di certo non un modello di relazioni sane e misurate da prendere ad esempio, e a Tiffany; sono i soli che possano salvarlo sia da sé stesso ma anche dal rapporto malato che coltiva con l'ex moglie; ed è proprio in questo genere di relazioni che O. Russell si dimostra da sempre maestro, sia nella narrazione del sogno americano, è il caso di The Fighter (id.; 2010) e Joy (id.; 2015), ma anche, come in questo caso, del dramma che vira in commedia e viceversa.
Ispirato dal romanzo L'oro argenteo delle nuvole (The Silver Linings Playbook; Edizioni Salani; 2013) scritto nel 2008 da Matthew Quick, il film, uscito al cinema nel 2013 mietendo meritatamente successi di pubblico e critica, entra a pieno titolo nel genere dramedy; lasciando lo spettatore fino all'ultimo nel dubbio riguardo a quale delle due derive (dramma e commedia) possa prevalere.
Perfetto per avvicinasi al cinema di uno dei migliori registi contemporanei, sempre in grado di fotografare alla perfezione le sorti dell'America d'oggi.
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