Regia di Mike Newell vedi scheda film
Non ho mai riconosciuto al romanzo omonimo di Charles Dickens il titolo di capolavoro, che i più sembrerebbero attribuirgli con tanto entusiasmo (e a mio avviso con fin troppa generosità). Di conseguenza alla visione di questa sua trasposizione son giunto abbastanza prevenuto già in partenza. Nonostante la bassa aspettativa, però, mi rincresce dover ammettere comunque un'avvenuta parziale delusione. Speravo che l'adattamento potesse giovare o addirittura migliorare la materia e invece sembra quasi aver ottenuto proprio l'effetto contrario.
Il seguire la storia sullo schermo è risultato per me ancor meno coinvolgente e interessante della lettura del libro. Ero consapevole della difficoltà del racconto degli eventi in appena un paio d'ore di tempo, ma questo non giustifica affatto uno scorrimento frettoloso, freddo e approssimativo, senza offrire un'adeguata profondità ai diversi personaggi e le motivazioni per le loro azioni. Davvero l'impressione è quella di semplici figuranti, che appaiono e scompaiono sprovvisti di una ragion d'essere precisa e nei confronti dei quali l'empatia da parte del pubblico è sfavorita assai. Verrebbe quasi da dire «non ragioniam di lor, ma guarda e passa».
Questa riprovevole situazione è ulteriormente aggravata da altri due difetti. Il primo è che ai tagli, alle condensazioni e alle rielaborazioni è sopravvissuta quasi esclusivamente la boriosa vicenda d'amore tra un ingenuo stolto infatuato non ricambiato e un'antipatica capricciosa vanesia con la bellezza quale sola virtù. In sua funzione è sacrificato il resto e le spese maggiori son pagate dai non protagonisti. Il secondo è un montaggio grossolano, che tronca le scene ed enfatizza all'eccesso una frammentazione altrimenti assente. Questa contingente natura quasi episodica inasprisce il distacco dello spettatore, lo smarrimento dei sentimenti, la latitanza dell'emozione.
Un misterioso benefattore offre a un ragazzino rimasto orfano la possibilità di riscattarsi dalle sue umili origini. Pip, questo il nome del giovane, usa la sua nuova posizione sociale per corteggiare la bella Estella, un'ereditiera viziata, educata a essere glaciale e senza scrupoli, della quale egli è perdutamente innamorato sin dall'infanzia. Purtroppo la sconvolgente verità che si cela dietro alla grande fortuna ricevuta in dono scatenerà una serie di conseguenze devastanti per tutti.
Penso abbia diretto di meglio.
S'impegna nel ruolo del protagonista Philip "Pip" Pirrip.
Eccentrica e sopra le righe, è Miss Havisham.
Intenso e ben calato nella parte di Magwitch.
Discreta prova come Joe Gargery.
Un Mr. Jaggers senza infamia e senza lode.
Appropriata per l'altezzosa Estella.
La musica non è malvagia, ma neppure può definirsi memorabile. Salvo forse qualche sequenza, tipo le danze.
La sceneggiatura, il montaggio, la durata, la colonna sonora e certi interpreti.
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