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Botte di fortuna

Regia di Ramaa Mosley vedi scheda film

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La recensione su Botte di fortuna

di supadany
7 stelle

Commedia che rifugge da una semplice etichettatura, muovendosi in diversi meandri, anche cavalcandoli ma stando comunque attenta a non esagerare nelle traiettorie il che lascia forse un pizzico di insolutezza.

Ad ogni modo, a parte una discreta dose di humour (anche un po’ cattivello) c’è una Juno Temple a dir poco espansiva.

John (Michael Angarano) e Alice (Juno Temple) sono una coppia di giovani sposi che ha nella mancanza di soldi l’unico problema, che trova un’incredibile soluzione quando la ragazza s’impossessa di una teiera che crea dal nulla banconote ogni qualvolta registra attorno a se del dolore.

La situazione sfuggirà di mano ai due giovani che finiranno risucchiati in una spirale ossessiva dalla quale diventerà sempre più difficile liberarsi.

 

 

Sostanzialmente siamo dalle parti della fiaba nera, o per i maligni dello scherzo ostentato, che si rafforza soprattutto lavorando sul peso che le ossessioni possono esercitare sull’essere umano.

Tutto sembra facile all’inizio, ma si tratta di una trappola compulsiva che ti risucchia senza nemmeno che te ne accorgi e per giunta per andare avanti viene richiesto sempre qualcosa di più in cambio.

Su queste azioni il film si gioca parecchio; i piccoli atti dolorosi auto infieriti diventano sempre più incisivi, per poi passare ad altro, ovvero sfruttare gli sconosciuti (come un incontro di lotta) e poi le parole, l’una contro l’altro, sempre più feroci fino a pensare di uccidere un uomo per fare il grande e definitivo colpo.

E se la teiera è l’oggetto che ammalia, sono sempre i soldi, tanto più nel momento della “crisi”, l’oggetto del contendere, il legame con violenza e dolore richiesti in dosi sempre maggiori, l’equilibrio che vacilla, tanto più su chi non ha mai conosciuto la ricchezza economica.

Per non farsi mancare niente ecco poi le incursioni di due violenti hamish, che la storia della teiera la conoscono benissimo, citazioni nerd da “Il signore degli anelli” (d’altronde qui la teiera ha un po’ l’effetto del famoso anello) e per una volta è simpatico il gioco di parole proposto dal titolo italiano.

Nota supplementare per Juno Temple, semplicemente da urlo e che si lascia completamente possedere, alternando un viso angelico, ma anche sottile, ad uno conturbante; discreto Michael Angarano che la completa come in un oliato gioco di coppia. 

Nel complesso direi che è un film divertente, non sempre ficcante nelle sue diverse derive, ma animato dalle intenzioni e comunque in possesso di un’anima nonostante qualche volta giochi le carte più semplici per arrivare al risultato.

Stralunato.

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