Regia di Koen Mortier vedi scheda film
Dopo l'epilettico, nichilista, disturbante "Ex-Drummer", film difficilmente dimenticabile, uscito anche nelle nostre sale, il fiammingo Koen Mortier torna con questo nuovo lavoro di caratura decisamente superiore. Sam è un uomo di mezza età, gravato da un lutto e da una vita che non gli dà più alcuna gioia e lavora svogliatamente come guardia, all'interno di un grande magazzino. Un giorno, un ragazzo decide di farsi esplodere, fra le scale mobili, le gioiellerie e la quotidianità disumana del centro commerciale. Da qui, Mortier, imbastisce un film di fantasmi, dove la solitudine dello stesso Sam si amplifica a dismisura nel suo vagare confuso, impolverato, in una città fattasi improvvisamente vuota, popolata solo dalle vittime che gli pongono domande, lo accusano o lo consolano. Un film colmo di ellissi, di prospettive sempre diverse, di grandissimo Cinema, denso, a tratti macchinoso, ma molto più spesso ricco di uno strazio umano indicibile attorno al perno simbolico dell'esplosione. Il nichilismo di Mortier è, qui, meno evidente, seppure ogni racconto delle vite colpite non fa che lasciare ognuna di loro in balìa di rammarichi e tristezze, di piccole meschinità e di colpe. Una visione profondamente atea di cosa sarà, secondo il regista, il poi, di come tutti noi siamo, in fondo, solo schiavi della casualità e delle nostre mancanze. Il finale, poi, è una meraviglia. Un grande film, doloroso, commovente.
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