Regia di Daniel Espinosa vedi scheda film
Le "safe houses" sono dei simil-bunker teoricamente a prova di infiltrazione che i servizi segreti hanno disseminate in vari paesi:servono come punto d'appoggio e anche ,a volte,per eseguire interrogatori condotti con nulla considerazione dei diritti umani.Vi viene portato l'ex-agente CIA Tobin Frost(Denzel Washington),a Città del Capo,in Sudafrica,perchè ritenuto pericoloso dal servizio segreto di cui aveva fatto parte,e abile nel rivendere segreti agli altri,dal MI6 al Mossad,e quello che è il controllore della "safe house",Matt Weston (Ryan Reynolds),si ritrova a doverlo affiancare nella fuga dal luogo,che viene assaltato con successo da un commando di ignota provenienza.L'alleanza forzata è più complicata del previsto,perchè oltre a dover sopravvivere e riportare l'uomo ai contatti dell'Agenzia,Weston deve controbattere le iniziative pericolosissime attuate da Frost per liberarsi di lui. Il thriller,diretto con abilità e bravura da Daniel Espinosa,alla prima regia con una grossa produzione ,tiene lo spettatore avvinto in una tensione urticante e ben distribuita,fatta di colpi di scena abbastanza ben gestiti,contrapponendo due caratteri dissimili (richiama un pò "Training day",con lo stesso Washington,ma in meglio) anche se partiti da un comune idealismo iniziale,e si sciupa in un finale in cui si deve,una volta ancora,affermare la possibilità di una vittoria del Bene a tutti i costi,che appare abbastanza forzata,date le enormi risorse,anche tecnologiche, dei Servizi.Tra Washington e Reynolds si forma una discreta "chemistry",anche se è curioso che il primo tenda ad istrioneggiare con frequenti ammiccamenti,soprattutto nella prima parte del film,mentre l'altro sia qui particolarmente poco espressivo.D'intorno,svariati buoni attori a volte costretti in ruoli che durano un paio di scene e poco più (Liam Cunningham,Robert Patrick),e interpreti già adatti a sostenere un intero film come protagonisti (Gleeson,Farmiga),utilizzati come caratteristi de luxe.Molte le scene di inseguimento,sia in auto che a piedi,numerose le sparatorie,ma il thriller ha anche una tenuta di suspence genuina,che gli giova,e forse Espinosa è un nome su cui puntare:peccato,solo,per un finale paradossalmente meno probabile di quello dell'ultimo "Mission:impossible".
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