Regia di Manuel Giliberti vedi scheda film
Già conosciuto, durante la lavorazione, col titolo Donne di Sicilia, approda nelle sale a quasi due anni dalle riprese questo bizzarro film diretto da Manuel Giliberti, cadenzato da quattro “racconti morali” che il Duchino (Nino Frassica) narra alla sua cameriera girando e camminando nel giardino di una casa di campagna. L’uomo - una sorta di matto convinto di attraversare a piedi distanze siderali ed epoche diverse - incarna l’incapacità di comprendere fino in fondo il sentimento femminile, mentre un anello è il filo rosso che lega i racconti - svolazzanti per l’appunto di secolo in secolo - di donne, i cui destini vengono inesorabilmente condizionati sia dagli uomini sia dalle loro antenate. Il fuoco che, sottotesto, arde, è quello dell’anima di una Sicilia densa e oscura. Federico II? Se fu un imperatore illuminato lo (si) deve alla madre, che sacrificandosi non poco, mostrò nuda il suo corpo in una piazza durante il parto. Cara- vaggio è debitore nei confronti di una prostituta per la creazione di uno dei suoi quadri più belli. E Donna Franca Florio era una donna solo in apparenza superficiale, in realtà una testimone dell’inutilità della ricchezza. E poi una santa, che le rappresenta tutte. Forse troppo siciliano per essere assorbito fino in fondo, il film sorprende mano a mano che avanza e si posiziona nel Tempo. Anche per le belle e autorevoli presenze di Chiara Caselli, Galatea Ranzi, Giulia Gulino, Mita Medici, Piera Degli Esposti, Lucia Sardo, Evelyn Famà: volti e occhi che guardano, con la forza che solo le altre metà del cielo possiedono, il milione di giorni che scorrono nei loro cuori.
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