Regia di Luigi Russo (II) vedi scheda film
Rivolgendosi a spettatori regionali con la chiave della complicità autoreferenziale, Napoletans lavora su un microcosmo dove è possibile far lievitare stereotipi e luoghi comuni e far coesistere le tipologie comiche dialettali senza se e senza ma. In un piccolo indefinito paese affacciato sul Golfo di Napoli, mentre si avvicina il Natale la famiglia Di Gennaro continua a praticare laicamente perversioni e insoliti rituali che catalizzano il resto della comunità. C'è un dentista donnaiolo sposato con una donna spiritualista, impegnato a gestire una storia clandestina con una procace tabaccaia. Ci sono i due figli, un adolescente e un giovane musicista, entrambi interessati ad Angela, una bella ragazza americana appena giunta in paese. E poi c'è un sedicente zio “cieco” che vive in Argentina. Il tentativo di rigenerare l'inossidabile commedia degli equivoci innestando in un contesto di napoletanità espedienti, situazioni e tipologie della gloriosa sexycommedia all'italiana degli anni 70 e affidandosi a consumati attori napoletani come Casagrande, Rizzo, Paone affiancati dal bolognese Roncato e dal fiorentino Ceccherini, fallisce perché le storie che s'incrociano all'insegna di situazioni allusive e pruriginose prendono la forma di gag sgangherate, di sketch teatrali/televisivi amatoriali, di battute obsolete. Va bene l'omaggio a un cinema stracult ma a patto di non finalizzarlo alla rappresentazione di un “mondo (napoletano) a parte” che non esiste.
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