Regia di Luigi Russo (II) vedi scheda film
Pessima commedia sexy, in salsa partenopea. Inguardabile
Siamo nella ridente frazione di Baia, piccolo centro affacciato sul golfo di Napoli. Il dentista Gennaro Di Gennaro, alias Maurizio Casagrande, coadiuvato nell’esercizio della professione, da uno sciagurato odontotecnico toscano, Massimo Ceccherini, è coniugato con Anna, casalinga assorbita e distratta dalle sue pratiche buddiste; Gennaro, oltre che un pessimo odontoiatra, è anche un inguaribile fedifrago, che tradisce sistematicamente la moglie con Assunta, la procace e gelosa tabaccaia, Susy de Giudice, con la quale si destreggia in fantasiosi giochi erotici “di ruolo”; ha due figli, Roberto, musicista per hobby e studente per tradizione familiare e Mattia, lo scavezzacollo di casa. Un giorno si presentano due tizi, tale Zio Guglielmo, alias Giacomo Rizzo, un millantatore finto cieco e finto parente, accompagnato dal suo complice Conte Pozzan Della Ghera, alias Maurizio Battista, due scalcinati truffatori, che con la promessa di una fantomatica eredità, si insediano a casa dei Di Gennaro, in realtà solo per appropriarsi di un diamante nascosto lì dal vero zio Guglielmo, ormai passato a miglior vita. Nella cornice di questo evento centrale, c’è pure spazio per le gaffe dell’allupato preside della scuola Andrea Roncato, rintuzzato sistematicamente dal provveditore e per l’ Angela, una Nina Senicar da schianto, infermiera ospite della zia, Nunzia Schiano, ingaggiata per accudire il “non vedente “zì Guglielmo”. Per chiudere ci sono anche i fischi del vigile Nando Paone. Luigi Russo, classe 1970, attore, mimo, regista teatrale e televisivo, collaboratore di Vanzina e Oldoini, debuttò alla regia cinematografica con questo Napoletans, sorta di remake non dichiarato di l’infermiera di notte di Mariano Laurenti , che già di suo non era un capolavoro, ma che rispetto a questo sembra un film "d'essai ". Non basta inserire nella stessa pellicola, attori comici di indiscussa simpatia, per girare una commedia ancorché dignitosa, anzi fa rabbia lo spreco di tanti talenti artistici. La sceneggiatura fa acqua da tutte le parti e le gag appaiono stiracchiate e stantie; definirlo trash è un generoso eufemismo. Ciliegina sulla torta: il cane che scorreggia. Da evitare
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