Regia di Tung-Shing Yee vedi scheda film
Dopo il fatidico Handover (passaggio di sovranità di Hong Kong dalla Gran Bretagna alla Cina, Luglio 1997), ad Hong Kong è possibile raggruppare registi cinematografici locali in diverse categorie, ovviamente la cerchia più solida e sicura è rappresentata dai veterani guidati dal re del noir Johnnie To; detto questo, merita di essere citato Derek Yee, nome alquanto noto all'interno dell'entertainment cinematografico hongkonghese in quanto ha collaborato moltissimo come attore alle pellicole dello Studio Shaw, inoltre a partire dal 1986 (The Lunatics) ha incominciato a cimentarsi dietro la macchina da presa e con il tempo è diventato un «caposaldo di un cinema radicalmente cantonese, fatto di piccoli gesti quotidiani, noir ombrosi e gioiose riletture del passato» (S. Locati, E. Sacchi, Il Nuovo cinema di Hong Kong,Bietti editore, Milano, 2014).
A proposito di noir cupi, crudi e violenti diretti da Derek troviamo One Nite in Monkgkok (2004), un film notevolissimo sotto molteplici aspetti.
Sinossi: Dopo un litigio tra due bande, il figlio di uno dei due boss muore accidentalmente; a Mongkok scoppia il caos e per di più dalla Cina arriva un giovane killer che potrebbe dare inizo ad una carneficia di dimensioni bibliche per cui la polizia di Hong Kong e in particolar modo il commissario Milo (Alex Fong) cercano di far sbollire gli animi.
One Nite in Mongkok ha conquistato tutti in patria, in particolare modo la critica infatti risaltano agli occhi i due Hong Kong Award a Derek Yee per la miglior regia e sceneggiatura, detto questo il film è particolarmente interessante seguendo molto il modello di cinema nero proposto da Johnnie To, ad esempio la trama richiama un capolavoro come a The longest Nite (//www.filmtv.it/film/28499/the-longest-nite/recensioni/821504/#rfr:film-28499, sulla carta diretto da Patrick Yau ma rivendicato più volte da jpohnnie To) inoltre ci sono alcuni elementi che richiamo pure The Mission (//www.filmtv.it/film/27958/the-mission/recensioni/819470/#rfr:film-27958), altro caposaldo di tT ma andiamo con ordine.
Per prima cosa l'inizio del film è grandioso, Derek Yee ci presenta un prologo in bianco e nero in cui spiega bene gli antefatti tra cui segnalo un meraviglioso inseguimento automobilistico; già dai primi minuti si intuisce chiaramente un preciso stile del regista riscontrabile in altri suoi noir, ossia una regia solida senza sbavature che punta sul realismo mettendo da parte le coreografie d'azione eccezionali dell'appena citato The Mission, proponendo però la perdità di centralità narrativa dell'intrigo tipico escamotagè di Johnnie To, dove le soluzioni dei casi non sono più affidate a deduzioni logiche ma a colpi di fortuna e lo sa bene il commissario Milo.
Per quanto riguarda invece il legame con The Longest Nite oltre ad alcune somiglianze di trama (anche li arriva in città un killer pronto a mettere Macao a ferro e fuoco) e all'importanza del luogo in cui si svolge il tutto (Mongkok, una sorta di quartiere di Hong Kong, è una città moderna, sempre attiva, meravigliosa e lo dimostrano alcune panoramiche veramente suggestive ma allo stesso tempo è una città tetra e spettrale piena di criminali) ritroviamo livelli altissimi di cinismo e fatalismo , in particolare modo nel finale il regista ci racconta una storia amara, senza più eroi.
Derek Yee inoltre è bravissimo a mettere in scena svariati personaggi caratterizzandoli a dovere; certo inizialmente ritroviamo molti soggetti stereotipati ma si dimostrano estremamente funzionali al cointesto: la prostituta dal cuore d'oro (interpretata magnificamente da Cecilia Cheung), il teppista istintivo e vendicativo (Sam Lee), l'avido che per denaro venderebbe persino sua madre (il grande Lam Suet) oppure il killer che segue un proprio codice d'onore (un buon Daniel Wu nonostante siano evidenti i suoi limiti di epsressività ma comunque offre una buonissima performance), detto questo risulta estremamente interessante la parabola di questi personaggi dove spicca la mancanza della love story tra il killer e la prostituta; altri sicuramente avrebbero giocato su questo aspetto ma non Derek Yee. Entrambi i personaggi sono immigrati, segnati da un presente triste dove il futuro sembra pura utopia, fortunatamente il cinema di Hong Kong è maestro ad omettere certe banalità ed è proprio questo aspetto che rende notevole questo cupo noir.
One night in Mongkok è un film denso, intrigante e ricco di aspetti originali, da recuperare.
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