Regia di Scott Speer vedi scheda film
Quarto capitolo, nessuna variazione sul tema. A Miami c’è un magnate dell’industria alberghiera intenzionato a radere al suolo un intero quartiere per fare spazio ad un nuovo complesso residenziale. Caso vuole che nell’aria da demolire risieda un gruppo di street dancers in cerca di gloria. Se avete visto anche un solo film della “saga” Step Up, be’, allora sapete esattamente quali sviluppi e quale esito avrà la vicenda ancora prima che la stessa entri nel vivo. Storiella fra capo banda e figlia dell’imprenditore inclusa. Il resto è il solito concentrato spicciolo e retorico di messaggi quali “balla per protesta”, “lotta per ciò in cui credi” e bla, bla, bla. Il tutto aggiornato ai comandamenti di Youtube e declinato per flash mob sempre più azzardati e quindi meno credibili. Coreografie già viste, musiche già sentite, interpreti clonati (si salva giusto l’incursione di Muso sul finale). L’inventiva è morta, il genere si ricicla per inerzia.
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