Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
"Gravity" è un thriller fantascientifico d'autore diretto con bravura da Alfonso Cuaron, da lui sceneggiato insieme al figlio Jonas e anche montato e co-prodotto. E' un film che ha avuto un notevole successo al box-office, critiche entusiastiche negli Stati Uniti, molti premi fra cui sette Oscar (fra gli altri quello per la migliore regia, la migliore fotografia e la migliore colonna sonora). E' un'opera per certi versi anomala, un film pensato per il grande pubblico, dunque orgogliosamente "mainstream", ma che rivela anche preoccupazioni formali inedite per un film solo commerciale, e comunque cerca di inserirsi in quel filone di fantascienza "adulta" che ha come capostipite il glorioso "2001: odissea nello spazio" di Stanley Kubrick. Nel raccontarci in circa 80 minuti di durata effettiva la deriva spaziale della dottoressa Ryan e la sua lotta per la sopravvivenza destinata alla vittoria, Cuaron ha il tempo di mettere in scena raffinati piani-sequenza, dà spazio ad effetti speciali meticolosamente preparati lungo la durata di tre anni, che acquistano ancora più valore se si vede il film in 3d, cosa che purtroppo a me non è stata possibile. La fotografia di Emmanuel Lubezki è straordinaria un pò in tutto il film, ma a mio parere soprattutto nelle scene ambientate sulla stazione spaziale ISS, dove Ryan deve lottare da sola contro i vari tipi di pericolo, e dove l'atmosfera angosciosa è resa benissimo nelle immagini dell'operatore messicano. Tuttavia, se nella componente visiva il film tocca spesso punte altissime, a livello di sviluppo narrativo mi è sembrato leggermente discontinuo, un po' perché ci sono sicuramente diverse inverosimiglianze su cui non tocca a me disquisire (lo ha fatto ad esempio la nostra astronauta Samantha Cristoforetti), sia perché il coinvolgimento emotivo a tratti latita dando l'impressione di un prodotto costruito a tavolino, un film che si prende molti rischi ed ha un potere ipnotico nelle invenzioni visive, ma anche non sempre accessibile, talvolta sfuggente. Brava Sandra Bullock in un ruolo che le consente in diverse scene di recitare con convinzione e di fornire una buona caratterizzazione del personaggio, simpatica la partecipazione di George Clooney anche se in una parte tutto sommato secondaria. Un film al di sopra della media del suo genere, ma personalmente non griderei al capolavoro.
voto 8/10
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