Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Una pioggia di detriti, provocata da un incidente, investe una navicella spaziale americana: un pilota e una dottoressa, unici sopravvissuti, tentano di rientrare sulla Terra. Ambientazione affascinante e inquadrature che danno le vertigini, facendo sentire gli spettatori sperduti nell’immensità e privi di punti di riferimento. Non è, non può essere Apollo 13, se non altro perché racconta una vicenda di finzione. Clooney gigioneggia come se stesse rimorchiando fanciulle all’happy hour, ma finché rimane sulla scena (anche in versione onirica) il film ne guadagna. Poi, quando la Bullock rimane sola, stranamente il pathos si allenta: c’è una serie di peripezie sempre più improbabili ma il cui superamento appare sempre più meccanico e scontato, tale è la facilità con cui la nostra le affronta; e dal suo passato riemerge l’immancabile trauma da superare (la morte di una figlia). Lascerei perdere i possibili sottotesti filosofici: è solo un piacevole film di azione, con una eroina per caso che se la cava nonostante tutte le avversità. Finale visivamente suggestivo.
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