Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Gli astronauti americani impegnati nella riparazione del telescopio spaziale Hubble fuori dallo Shuttle in orbita attorno alla Terra, vengono colpiti dai detriti di un satellite russo andato in frantumi. Gli unici sopravvissuti, una dottoressa con mansioni tecniche ed un esperto capo pilota, restano in isolamento radio dalla base di Huston, fluttuando alla deriva nello spazio nel tentativo, improbabile e complicato, di raggiungere una stazione orbitante cinese da cui rientrare sulla Terra.
Dalla spettacolare prospettiva di una passeggiata spaziale in caduta libera sulla titanica vastità del globo terracqueo, sospesi nel periglioso limbo tra la ferale attrazione gravitazionale del nostro pianeta ed il terrore escatologico di una probabile deriva nelle glaciali profondità dello spazio cosmico, lo spagnolo Cuaron si cimenta in una insolita operazione hollywoodiana dove,perizia tecnica e minimalismo scenografico, sono le coordinate attraverso cui imbastire il consueto dramma dell'isolamento e della sopravvivenza tanto caro alla tradizione cinematografica a stelle e strisce in trasferta extraterrestre. Se è vero che le tematiche principali del plot rimangono ancorate ad una risaputa retorica del self made man (ennesimo episodio del ciclo 'Americani nello spazio' celebrato magistralmente dall'Apollo 13 del mentore Ron Howard) ed al risaputo pragmatismo di una dialettica sentimental filosofica appena abbozzata nel profilo psicologico dei personaggi, resta il merito di una compattezza espositiva che riesce ad articolare l'assunto drammaturgico entro il perimetro limitato di una tuta spaziale; una sorta di psicodramma 'da camera' nella paradossale vastità dello spazio cosmico. Latamente celebrativo della strenua volontà di sopravvivenza dell'uomo (o meglio della donna!) in balia dell'imponderabile e di un positivismo tecnico-scientifico quale condivisione di un codice universale di comunicazione tra i popoli (dallo Shuttle alla ISS e da qui ad una defilata e anonima stazione spaziale cinese), è un viaggio della sopravvivenza al contrario, ove alle pulsioni conoscitive antigravitazionali del genere umano si contrappone lo slancio salvifico di un'attrazione gravitazionale che ci riconduca ad una rassicurante dimensione di esseri terrestri, magari felici di affondare,come la disillusa protagonista, con la faccia nel fango di un primordiale e paludoso acquitrino donde,milioni di anni fa, si è originata la vita. Più che per il pur lodevole minimalismo della sceneggiatura e dei virtuosismi acrobatici della messa in scena, è un film che punta sulla efficace compattezza di un montaggio che sa generare tensione e sulla recitazione essenziale dei bravi interpreti hollywoodiani, due vere stelle del firmamento cinematografico nella loro virtuale orbita attorno alla Terra. Diversi riconoscimenti internazionali tra cui Future Film Festival Digital Award alla 70ª edizione della Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia e miglior attrice dell'anno a Sandra Bullock all' Hollywood Film Festival 2013.
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