Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Un'azzurro familiare e l'immensità buia del resto dell'universo:in mezzo,tre astronauti coinvolti in un incidente causato da errore umano,che divengono due al momento dell'arrivo dei detriti:interpretati da Sandra Bullock e George Clooney,l'ufficiale NASA prossimo alla pensione e la tecnica al primo volo nel cosmo cercheranno di salvare la vita,con poche possibilità e senza più contatti con la Terra.Il ritorno alla regia di Alfonso Cuàron dopo aver diretto uno dei più bei film di fantascienza degli ultimi anni,come "I figli degli uomini",prevede praticamente due attori in scena,una tensione che agguanta spettatore e film dopo pochi minuti e allenta la presa solo negli ultimissimi istanti di proiezione,e una delle non troppe volte in cui le 3 dimensioni sono ampiamente giustificate,e parte del fascino della pellicola.La liquida odissea in un mondo cui la fisicità è determinata dal pericolo,da quello che potrebbe distruggerti,ridimensiona l'umano,padrone sul suo pianeta,ma ancora (per fortuna?) non in condizione di poter gestire più di tanto situazioni estreme come quella descritta nella pellicola,si dipana per un'ora e mezza abbondante,e,oltre alla suspence ben sviluppata,sottolinea come l'umana sagacia sia da sempre il motore di meraviglie e progresso:la capacità di non darsi per vinti neanche quando tutto gioca a sfavore,di conoscere,certo,attimi di abbandono delle speranze,per poi impugnarle ancora con una forza inusitata,rende "Gravity" un inno alla Vita.Cuàron magnetizza l'interesse dello spettatore facendogli seguire passo passo la vicenda,tra l'altro permettendosi uno "sgambetto" narrativo dopo una ventina di minuti che diviene doppio in un punto cruciale della storia,confermandosi un director che maneggia cinema popolare rilegandolo con cornice autoriale.Clooney inietta nel suo personaggio la disinvolta classe che gli conosciamo,ma è una Sandra Bullock da Oscar quella che strega il pubblico,conquistandone il plauso con una prova d'attrice maiuscolacon un impeto ed una fragilità che arrivano ad essere commoventi.Il cinema di Alfonso Cuàron amalgama spettacolo e poesia,leggerezza e magniloquenza,portando a riflettere su temi universali.Non a caso,il più riuscito episodio della serie di Harry Potter porta la sua firma.
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