Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Lo dico subito. Mi accodo immediatamente ai numerosi sostenitori del film. Eh sì, "Gravity" mi ha colpito veramente molto, tanto che mi risulta facile dire che è il miglior sci-fi visto in sala dal sottoscritto dai tempi (superandolo) di "Moon". Film teso, asciutto, di raro equilibrio, di grandissimo impatto visivo, orchestrato da Cuaron, "da oggi" vero grande Director, senza nessuna sbavatura: persino la sua durata (sono secchi ed incalzanti 90 minuti che passano tutti d'un fiato) è perfetta. Ho adorato moltissime sequenze del film, lo stile e la mano del regista, veramente mirabile. Che bello vedere la macchina da presa del regista messicano (con la collaborazione preziosa del grande direttore della fotografia Emmanuel Lubezki: stupenda, tra le altre, l'immagine della Bullock in posizione fetale, per una attimo, un attimo solo, al sicuro all'interno della "navicella/placenta”) seguire con movimenti fluidi ed armoniosi i protagonisti (la coppia agli antipodi formata dal veterano Clooney e dalla novella Bullock, entrambi a mio avviso bravissimi). Sì Cuaron li insegue e circonda, fluttua nello spazio infinito insieme a loro, facendoci vivere, come meglio non si potrebbe, tutte le loro emozioni. Quanti momenti di grande Cinema. Cinematograficamente memorabili le sequenze dello schianto dei campi di detriti che vanno a lacerare lo shuttle e il vuoto assordante dello spazio infinito: come anche quelle in soggettiva dal casco della Bullock, capaci di trasmettere tutto il suo senso di solitudine, claustrofobia e disperazione. Niente facili eroismi: il suo è istinto di sopravvivenza e insieme, disperata voglia di rinascita. Eccellente poi , come raramente mi è capitato di vedere sino ad oggi (cito nell'ordine i soli "A Christmas Carol", "Avatar", "Dragon Trainer" e "Hugo Cabret") anche l'utilizzo del 3D. (Per non correre rischi, ho scelto la sala con lo schermo più grande di Milano e una poltrona in invidiabile posizione centrale). Che Spettacolo! Era ora che qualcuno riuscisse ad usare nuovamente il 3D non solo per meri fini commerciali. Questa volta è veramente funzionale al racconto, perchè aiuta come meglio non si potrebbe a coinvolgere , meglio, ad immergere lo spettatore all'interno del film. Difficile fare di più, come dimostra, solo per fare un esempio, il momento in cui le lacrime della Bullock , ormai quasi alla resa, si staccano dal suo volto e magicamente finiscono in sala. Insomma un film splendido, di quelli destinati a durare nel tempo. Voto: 9
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