Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Cosa manca a questo film? Non potevamo certo pretendere che la sceneggiatura se ne restasse coi piedi per terra, senza fare capriole e piroette come i suoi protagonisti, o che la gravità della situazione non sbrogliasse, comunque ed infine, la matassa, ma a parte le facili battute, probabilmente l'Assoluto (come accenna EightAndHalf) non m'ha risucchiato.
“Alla cieca”, oltre che Houston, Bullock e Clooney; ci pare s'aggiri pure il regista Cuaròn, che la sua protagonista, la pur brava e volenterosa Ryan Stone (“com'è questo nome? Papà voleva un maschio...”) comunque la vuole riportare a casa, alla faccia dei detriti spaziali, dell'ossigeno che non finisce mai e delle istruzioni in caucasico.
Sono rimasto attaccato al 3D posticcio e pleonastico, ai cambi di navicella spaziale da prendere al volo (come quando ti casca una forchetta per terra, e quella, nove volte su dieci ti casca, maledetta "gravity"..), m'è sfuggita così anche la poesia di un Clooney che non può rientrare in cabina spaziale senza far schiattare chi sta dentro a prendere il tè, e sono rimasto schiacciato, anziché dalla gravità, dalla faciloneria con la quale la nostra bella Sandra mette in moto tutto quello che trova (americano, russo, cinese; italiano no.. lì hai voglia a leggere istruzioni..) pigiando tasti a caso per tornare dritta dritta sulla terra (scuola di vita per noi che ancora ci perdiamo sulle tangenziali...o che quando ci prestano un motorino diverso, manco il bloccasterzo riusciamo a togliere), e cosi, probabilmente, mi sono perso la leggerezza dei sogni, il vacuo sballottìo dell'abbandono nello spazio silenzioso, non ho percepito né l'empatia né i concetti di vuoto profondo.
Tutte sensazioni, invece, che più di qualche immigrato, abbandonato alla deriva senza nessuna Houston alle spalle a finanziarlo, sta provando in ben altra tragedia.
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