Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
Pluripremiato agli Oscar, "Gravity" è uno di quei film che basa buona parte del suo successo su quella che si può considerare un'esperienza immersiva (ed è chiaro che in questo l'uso del 3D sia stato quasi fondamentale). Ciò non toglie che anche sul piccolo schermo riesca, ovviamente in tono minore, a restituire una serie di emozioni e sensazioni anche a chi non ama particolarmente il genere. Cosi' le vicende di due astronauti (un terzo muore quasi subito), dispersi nello spazio dopo la distruzione della loro navicella spaziale, è l'incipit di una riflessione più ampia su quanto piccolo sio lo scibile umano davanti alle avversità, ma al tempo stesso la caparbietà e la perseveranza riescano ogni tanto a fare miracoli. Clooney e la Bullock sono in qualche modo la negazione di tutto il fascino e la la bellezza che li ha resi famosi, infagottati in enormi tute spaziali per quasi tutto il film (il primo, poi, sarà protagonista solo per la prima parte e successivamente solo per un cameo come "angelo salvatore" della compagna di sventura). Superba la fotografia, vero punto di forza di un film che, se pur in parte strizza l'occhio a "2001:Odissea nello spazio", sembra virare più nelle atmosfere di "Solaris" (quello di Tarkowsky, non certo la brutta copia di Soderbergh del 2002 e dove lo stesso Clooney era protagonista).
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