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Gravity

Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film

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La recensione su Gravity

di unicorno22
8 stelle

Dal un punto di vista narrativo, assistiamo alla storia più vecchia del mondo: la fuga dell'essere umano per trovare la salvezza. Da una prospettiva puramente espressiva siamo invece di fronte a qualcosa di mai visto prima. Quella di Cuaron è infatti un'opera prettamente visiva e tecnica che si avvale di lunghissimi piani-sequenza. La macchina da presa sembra non avere controllo e gira continuamente intorno ai personaggi, su se stessa, avanti e indietro in maniera scomposta, come se fosse anch'essa in assenza di gravità, entra fin dentro i personaggi stessi (a un certo punto ci accorgiamo che siamo dentro il casco spaziale della Bullock). Tutta questa estetica visiva però non è fine a se stessa, non è un gioco che tende soltanto a divertire e stupire lo spettatore, Cuaron riesce infatti ad elaborare anche dei contenuti che emergono dal piano espressivo su cui il film è stato prevalentemente pensato e sviluppato. Gravity diventa allora non solo una pellicola di effetti speciali e di strabiliante avventura fantascientifica, ma un film esistenzialista che riesce a toccare le corde più sensibili dell'animo umano che hanno a che vedere con il concetto di vita stessa. L'essere umano è al centro della vicenda, le sue debolezze, le sue difficoltà e l'innata proiezione alla vita che è insita in lui anche qualora questa non abbia più niente di convincente e di bello da offrire, proprio come per l'astronauta Stone che non riesce più a dare un senso alla propria esistenza, dopo la morte della figlioletta. Il suo viaggio si trasforma allora nell'occasione per andare incontro ad una rinascita, una nuova fase embrionale (splendida la scenza che simboleggia il feto nell'utero materno) da cui uscire per cominciare ad intraprendere un nuovo percorso e pensandoci bene il film sembra tutta una gestazione, tra ansie, palpitazioni, fili sottili che tengono l'astronauta attaccata alla speranza come un cordone ombelicale e un corpo umano incastrato nell'involucro della tuta dal quale non si riesce a liberare. E' un inno alla vita e quindi all'uomo, la Terra da una parte che ne rappresenta l'essenza stessa e lo spazio dall'altra che ne nasconde il mistero da cui tutto si è generato. La gravità non è solo una forza fisica, ma anche umana che attrae l'uomo verso la vita.

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