Regia di Alfonso Cuarón vedi scheda film
La mia primissima impressione subito dopo la visione di questo film è che mi ha ricordato tantissimo Avatar di James Cameron.
E non mi riferisco al tipo di storia o di sceneggiatura o regia ma al fatto che, come per Avatar, mi ha data l'impressione di essere più un esercizio di stile, anche piuttosto edonistico, e di soddisfazione anche compulsiva di un proprio capriccio estetico piuttosto che di un vero e proprio film e, come per il film di Cameron, vi ho trovato, più o meno e fatte le debite proporzioni, sia gli stessi pregi che gli stessi difetti.
Il pregio, ovviamente, è un comparto tecnico e visivo impressionante, un impiego fantasioso e sublime delle immagini al servizio di una tecnica registica di primissimo ordine specie nella prima metà (e che invece si perde in parte con la prosecuzione della pellicola), forse anche troppo "perfetto" e di conseguenza anche "stucchevole" in certi (troppi?) punti, vedasi il rientro della Bullock sulla ISS e l'effetto "ritorno nel ventre materno" secondo me "abbastanza" fuori luogo.
Ma l'impatto delle immagini e l'estro registico di Cuaron sono un vero spettacolo per gli occhi e lo spazio non è mai stato reso così "vero" come in questo film offrendo allo spettatore l'illusione di trovarsi davvero nel vuoto insieme ai protagonisti.
Uno dei pochissimi film in cui la visione in 3D ha davvero un senso di esistere e non è soltanto un puro espediente commerciale.
Purtroppo, per contro i difetti sono invece una sceneggiatura piatta e banale la cui unica funzione e quella di permettere al regista di sbizzarrirsi in trovate estetiche e tecniche ma a discapito di una trama troppa semplicistica anche se di sicuro effetto per il pubblico infarcita anche, purtroppo, di una certa "forma" di filosofia umanistica ed esistenziale che a volte appare forzata quando non semplicemente gratuita (vedasi tutto il finale e le relative analogie!) ma che esistono unicamente per cercare di dare al progetto un maggior contributo emozionale e filosofico (?!!) ma che, in realtà, poco interessavano al regista e da cui la natura (per me) piuttosto raffazzonata delle stesse.
Funzionale l'apporto degli attori, specie in relazione alla stessa sceneggiatura incapace di dargli effettivo spessore e troppo spesso lasciati in balia di un background che maldestramente cerca di renderli interessanti riuscendo invece a renderli solo maldestri e apatici (almeno per me).
Ad esempio il personaggio di George Clooney ha il problema di essere troppo simile ad una sorta di "James Kirk" moderno e, fin dall'inizio, si rivela essere un comandante troppo simpatico e "perfetto" per poter essere davvero realistico (specie in una situazione del genere).
Anzi ho avuto l'impressione che tutta la caratterizzazione di Kowalsky sia stata fin dall'inizio concepita esclusivamente per rendere "emotivamente" accettabile, almeno inizialmente, l'impossibile scena del suo rientro sulla Sojuz cioè prima che si riveli essere il "parto" del delirio della Bullock.
Riguardo agli errori di "realismo" nella rappresentazione della realtà dell'esplorazione dello spazio e sulla natura che gli astronauti affrontano realmente trattandosi non di un documentario sulla NASA e sui progetti spaziali ma un film di fantasia non ci dò troppo peso, anche se alcune scelte di sceneggiature fatte sono effettivamente decisamente "infelici" e/o eccessive e quindi anche narrativamente discutibili.
VOTO: 6
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta