Regia di Roberto Faenza vedi scheda film
Nell'agosto del 1990 un'impiegata ventenne (Meloni) fu uccisa all'interno di un ufficio nel quartiere Prati, a Roma. I sospetti caddero inizialmente sul portinaio dello stabile (Colangeli), quindi sul nipote di un architetto che abitava nella stessa palazzina e infine - dopo una clamorosa riapertura del caso a distanza di quasi vent'anni - sul fidanzato della ragazza. Roberto Faenza, che non è nuovo a raccontare fatti di cronaca in chiave di finzione (Alla luce del sole), dirige questo film per la televisione che si attiene con grande fedeltà ai fatti, mette al centro della scena un ispettore risoluto e integerrimo (l'unico personaggio di rilievo inventato di sana pianta e interpretato col la consueta bravura da Silvio Orlando) e lascia trapelare la possibilità di un complotto ad alti livelli che avrebbe potuto coinvolgere persino i servizi segreti, come in effetti fu. Il delitto, passato alle cronache come quello di via Poma, è a tutt'oggi senza un vero colpevole e nel frattempo alcuni personaggi sono spariti dalla scena, a cominciare da quel Pietrino Vanacore, il portinaio, che si suicidò alla notizia della riapertura dell'inchiesta. Il film ha un andamento assai classico e didascalico e il cast, con l'eccezione di Orlando, Alhaique, Colangeli e pochi altri, trova soprattutto nelle interpreti femminili un fondatissimo sospetto che il reclutamento sia stato fatto con la tecnica Berlusconi-Saccà. Con ottimi voti alla prova microfono.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta