Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
Considerato da molti come uno dei più grandi romanzi del XX secolo, Il grande Gatsby di F. Scott Fitzgerald è un libro che non ho avuto il piacere di leggere. Di conseguenza questo commento si basa solo sulla valutazione del film di Baz Lehrmann e deve considerarsi del tutto svicolato dal testo letterario di origine.
Lehrmann è un regista che sembra dare il meglio di se nel musical-teatrale ("Moulin Rouge!", "Romeo+Giulietta", "Ballroom Gara di Ballo") genere cinematografico che non mi ha mai appassionato, forse il più distante da me, dal mio modo di inquadrare il cinema che mi piace. Il suo stile 'fantasy', questo suo modo caricaturale di raffigurare la realtà (tipica del musical) non pizzica le mie corde, non mi induce a simpatia, ma devo ammettere che si ambienta bene nel contesto storico degli anni '20, in quel dopoguerra in cui l'America a stelle e strisce ruggiva modernità. Con Il Grande Gatsby Lehrmann crea un film originale, audace, appassionante e emozionante.
Un cenno sulla trama:
Nick Carraway (Tobey Maguire) si laurea alla Yale University e si trasferisce nella New York 'bene' (nel quartiere di Long Island), dove risiedono i ricchi e i famosi, con la speranza di fare fortuna nel mercato azionario di Wall Street. Il vicino di casa di Nick Carraway è una figura enigmatica chiamata Gatsby (Leonardo DiCaprio), un uomo che pochi conoscono o hanno personalmente incontrato, un uomo il cui nome è sopratutto menzionato per le sontuose feste di cui tutti invece parlano, che includono tra gli invitati illustri senatori e loschi faccendieri. Nick scoprirà in seguito che Gatsby ha acquistato la sua immensa residenza poiché dall'altra parte della baia abita la donna che ha amato cinque anni prima, Daisy, il suo unico grande amore. Dal suo molo si vede una luce verde, che lampeggia davanti al molo di lei, simbolo di un sentimento mai del tutto sopito. Gatsby vorrà a tutti i costi conquistare la fiducia e la stima del vicino Nick, dopo aver scoperto che costui è il cugino di Daisy, la sua ex fiamma, oggi sposata, e farà in modo di poter così arrivare di nuovo alla ragazza, simbolo perenne di un amore infranto e mai risolto.
Considerando la mia freddezza per il musical, ai cui spesso il film attinge, mi sono sorpreso per come mi ha del tutto conquistato, non tanto per la messa in scena, quanto per la trama così densa di significato, mai banale, ricca di metafore e che racconta una storia d'amore formidabile, raramente così suggestiva e emozionante.
La trama si fonde con le immagini e i suoni dell'art deco tipica del 1920. Costumi e set sono curati nei minimi dettagli e ricreano un'atmosfera apparentemente autentica. Il film nel suo complesso è un assalto i sensi, che combina un moderno hip hop (molte volte anche fuori luogo), con una cascata di effetti speciali che creano un paesaggio urbano esagerato, tutto costruito in computer grafica.
Lehrmann rappresenta un racconto con l'abito e le qualità di una bella favola, ma rinuncia a qualsiasi realismo pur di sbalordire lo spettatore con la sontuosità, l'opulenza, lo sfarzo di ogni gesto del protagonista, capace di dare vita ad un immenso spettacolo in pompa magna.
La scelta della musica è stato l'aspetto che mi ha fatto sorgere più dubbi, forse il lato più critico del film. Il regista aveva a disposizione un intero decennio di ragtime e jazz tra cui scegliere, musica che sembra moderna oggi dopo quasi 100 anni. Ma invece ha optato per un mix di hip hop e canzoni pop! Scelta criticabilissima!
Oltre ad apprezzare l'autenticità del sentimento d'amore del protagonista, sono rimasto folgorato dal personaggio Jay Gatsby, un uomo ricco, bello, valoroso in battaglia e di successo nel mondo degli affari. Un eterno giovanotto, innamorato più del proprio sentimento, che della donna oggetto delle sue attenzioni. Il conflitto di classe e la pienezza dell'innamoramento di Gatsby costituiscono il cuore pulsante della storia.
Pur non condividendo molte delle decisioni stilistiche del regista (comunque a lui tipicamente riconducibili, come un marchio di fabbrica), ho apprezzato molto questo film per la trama e le magnifiche interpretazioni di Leonardo DiCaprio e Tobey Maguire.
Da osservatore neutrale (ex scettico) concludo riflettendo sul fatto che la trama è trasmessa allo spettatore in modo chiaro, diretto, anche se circondata da orpelli di colori, rumori e baldorie che riconducono all'epoca dei fatti, dove tutto sembra dover ritrovarsi con il divertimento, l'eccesso e la leggiadria che equilibrano la forza della passione, il dramma e la spirale discendente del terzo atto.
Un film da non perdere.
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io l'ho trovato pazzesco per le scenografie e le musiche. Alla fine sono di piú quelle che ti rimangono. Tutto sommato carino ma Di Caprio ha fatto di molto meglio.. (per l'interpretazione)
Condivido le tue critiche sulle musiche. Di Caprio sta bene per Baz Luhrman,come Robert Redford stava bene per l'edizione precedente, più pacata e aderente al romanzo di Scott Fitzgerald. Belli ambedue i film a seconda del gusto del periodo. Ciao!
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Grazie @silhouettes e @bufera per esservi fermati qui a lasciare un commento. Gentilissimi. Ciao
Ciao Fabrizio, non so se ricordi la recensione che scrissi a suo tempo su questo film, ma la cosa che più ci distanzia nel giudizio è proprio il fatto che gli attori , ed in particolare Tobey Maguire, mi delusero abbastanza. Non erano riusciti a trasmettere appieno le emozioni contrastanti della storia, mentre trovai efficaci ed originali le azzardate commistioni tra musiche nuove e vecchie, per me davvero idonee al tipo di scenografia scelta dal regista, l'una e l'altra azzardate ma che rendono bene l'idea del periodo storico e sociale, quindi , per me che ho letto anche il libro, una bella ricostruzione di un epoca in cui , per chi aveva denaro, contava più apparire che essere....a questo proposito non ti pare che la storia si ripeta ....? Un saluto e complimenti per le tue sempre interessanti recensioni.
Ora ho finito di rileggere la tua recensione. Ebbene ci hanno affascinato aspetti diversi. Capita. Grazie per il tuoi commenti sempre edificanti. A presto. Ciao
Che bella questa recensione, non l'avevo ancora letta, causa la mia lunga assenza dal sito.
Mi fa piacere che il film ti sia piaciuto, anche se non ami il musical (a dire il vero, neppure io lo amo troppo, ma ci sono per forza delle eccezioni).
La storia d'amore in realtà è tutta costruita sull'illusione - alla fine molto amara - del protagonista, un Leonardo Di Caprio che ho trovato in forma smagliante.
La colonna sonora non mi è dispiaciuta, ma capisco che possa far storcere il naso; per me si adattava bene alla ridondanza delle immagini, tipiche di questo regista, che a me piace molto (a parte quella cocente delusione che è stato 'Australia').
Ciao!
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