Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
Lo sfavillante, rutilante, folgorante universo di Luhrmann è un banale e volgare trucco di prestigio: polvere negli occhi, ovviamente colorata e brillantinosa. L'anfetaminico rincorrersi delle immagini dal ritmo vertiginoso è, al di là del gusto personale di ogni singolo spettatore, tanto spettacolare quanto fine a sè stesso, scisso da qualsiasi fascinazione di carattere narrativo. Un boa piumato fucsia al collo di un eccentrico ed estemporaneo frequentatore di feste capricciose, orgiastiche, vacue. Un'indigestione di confettini colorati. Si salva la tecnica (maccheppalle'stotreD!), si salvano gli interpreti (con Di Caprio uscito tale e quale da altri set), si salva un'idea di regia comunque personale e, a suo modo, efficace perché votata sfacciatamente all'eccesso e al virtuosismo estetico. Scelte musicali di pessimo gusto. Ok, i produttori black newyorkesi fanno girare il mondo dello showbiz, ma Dio ce ne scampi e liberi. La noia e lo stress prendono il sopravvento e già al minuto 45 si getta la spugna. Impossibile combattere contro una ballerina in tutù che danza rappando.
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