Regia di Baz Luhrmann vedi scheda film
In fondo, se Baz crede di rutilare e scintillare come nessun altro, ovvio che imposti tutto un film su di un balenante sfavillìo.
Anche se a me, poi, non convincono i sorrisi posticci di DiCaprio, i suoi imbarazzi inzuppati di pioggia, le sue arrabbiature isteriche, e neanche la sua faccetta sorpresa di tragico finale, per non parlare di spiderman Maguire che semina imbarazzo fasullo sulle movenze di un tedioso e costante “machecifaccioqui” e della vacua Mulligan sempre in bilico tra donna della vita e contabilità da due soldi irretita forse un solo attimo dal cashmere volante ma subito rimessa in riga dall'autore che non desidera(va) intromissioni emotive a guastare l'essenziale singolarità del Grande.
Quindi quattro stelle al capovolgimento dei ruoli di fitzgeraldiana memoria, alla morale rovesciata, al passato che non si replica, alla memoria scomparsa, all'ipocrisia che non conosce amore, all'eroismo ed alla speranza magari troppo in contraltare appesi al dissesto morale ed all'aridità altrui. Quasi semplice divenire grandi al cospetto dell'altrui pochezza e delle altrui meschinerie.
Così continuiamo a remare, barche contro corrente, risospinti senza posa nel passato
Due stelle invece alla cagnara luccicosa, ai controtempi musicali soffocanti ed alla recitazione costruita, alle zoomate artificiose, alla neve procurata ed al corsivo che galleggia in sovrimpressione per giustificare un affettato e rintronante 3D (per chi se l'è sorbito).
Media stelle 3.
Se poi ripenso ad Australia abbasserei la media ancora, ma diventerebbe ripicca e voglio rincuorarmi col consolidato assioma che prevede, per il Passato, rarissime percentuali di replica.
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