Regia di Gillo Pontecorvo vedi scheda film
Nel 1973 un commando di separatisti baschi progettò a Madrid un attentato contro Carrero Blanco, detto Ogro (l'orco), il delfino di Francisco Franco che, al termine di quarant'anni di dittatura, aveva preso il suo posto nella ritrovata "democrazia" spagnola.
Tornato al cinema a nove anni di distanza da Queimada, Pontecorvo gira un film di grande professionalità e ideologicamente molto equilibrato, nel quale le ragioni dei terroristi vengono diluite in un dibattito incessante, destinato a confluire nella sofferta decisione finale. Ma la postilla dell'opera - con uno degli irriducibili costretto al letto d'ospedale dall'ennesimo attentato a democrazia ormai stabilizzatasi - ha il sapore didascalico di una compensazione che enfatizza la necessità del ricorso agli strumenti dialettici in luogo della violenza.
Da notare che il film fu girato a pochi mesi di distanza dalla morte di Aldo Moro. Visto molti anni dopo, il tunnel preparato per far saltare l'automobile di Carrero Blanco - vicenda sulla quale si sofferma quasi tutta la seconda parte del film - ricorda la morte di Falcone e della sua scorta sulla strada di Capaci.
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