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Ma part du gâteau

Regia di Cédric Klapisch vedi scheda film

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La recensione su Ma part du gâteau

di OGM
8 stelle

L’ultimo film di Cédric Klapisch sarebbe la classica favola di riscatto e riconciliazione sociale alla Pretty Woman, se non fosse per quel finale, dalle tinte inaspettatamente forti. La svolta degli ultimi venti minuti è un piccolo shock, che infrange l’illusione buonista per mettere a nudo le origini delle violente tensioni che scuotono il mondo dei nostri giorni. Vi si scorgono persino le radici del terrorismo, del crimine messo a servizio di ciò che sembra può sembrare un’ideologia, un sistema di valori, un desiderio di giustizia, e invece, a ben vedere, è solo una vendetta. Questo epilogo fa davvero un po’ paura. Sarà perché la protagonista dell’azione era rimasta, fino a poco prima, un personaggio inequivocabilmente positivo, una premurosa madre di famiglia, una lavoratrice instancabile ed una grande maestra di vita. Per lungo tempo, i vari, travagliati eventi, che pure appartengono al registro della commedia, tengono nascosto il rancore che cova in lei. Dopo vent’anni di servizio, l’azienda di Dunkerque presso cui era impiegata chiude i battenti e la licenzia, insieme a centinaia di suoi colleghi. Allora la quarantaduenne France, che, dopo la separazione dal marito, si ritrova da sola ad allevare tre figlie, tenta il suicidio. Poi, fortunatamente, viene assunta come colf da Stéphane, un manager dell’alta finanza, che abita a  Parigi. L’uomo la incarica, oltre che delle pulizie del suo lussuoso appartamento, anche della cura del piccolo Albain, il bambino che la sua ex moglie, a mesi alterni, gli affida. La confidenza tra i due cresce rapidamente, e sembra avviarsi verso uno sviluppo felice.  Le premesse per un happy ending ci sono tutte: il racconto indugia, con un uso sapiente e sensibile della psicologia, sui momenti in cui il rapporto, poco a poco, si fa  più profondo, ed ognuno dei due personaggi si mette volentieri in ascolto dell’altro, per dare conforto, o anche solo imparare qualcosa. Le regole matematiche che governano l’economia, per esempio. Oppure le leggi non scritte, per quanto universali, a cui da sempre soggiace l’amore. Il discorso procede lento e dolcissimo, pur con gli inevitabili attriti derivanti dalla naturale incomprensione tra due individui che appartengono a realtà estremamente diverse. Sembra inevitabile che la conoscenza reciproca, crescendo a piccoli passi, finisca per abbattere le barriere tra ricchi e poveri, mettendo da parte il peso discriminatorio del denaro, per dare la prevalenza alle ragioni dell’anima. L’armonia si fa strada sotto i nostri occhi, come romantico antidoto all’amarezza della solitudine.  E così, abbandonandosi al sogno, è facile dimenticare che qualcosa. comunque, non va: la differenza resiste, nel lato concreto della questione, ed è determinata da uno squilibrio, tra chi, con prepotenza, prende ciò che vuole, e chi, venendo derubato, si ritrova senza più nulla. Stéphane e France non sono uguali, né possono diventarlo, nemmeno stando insieme, aprendosi l’uno verso l’altra,  e condividendo esperienze importanti. L’apparente intesa sentimentale non basta a pareggiare un conto rimasto gravemente in sospeso: una frattura di fondo, che riguarda gli aspetti materiali, ma che prosegue in una drammatica distinzione dei ruoli, tra colei che vive per dare e colui che è abituato soltanto a ricevere.  Nella sequenza iniziale compare una fetta di torta – quella a cui si riferisce il titolo – che France non riesce a mangiare. È la parte che le spetterebbe di diritto, che per lei è stata tagliata, ma che il destino vuole rimanga nel piatto. Quella donna, così fragile eppure tanto combattiva, cercherà di riaverla, per tutto il resto del film: prima con le buone maniere, con l’impegno e il sacrificio, poi, improvvisamente, ricorrendo a metodi di ben altra natura. La storia di Ma part du gâteau è come un pianto, che subito scoppia ma viene prontamente interrotto, restando a lungo sospeso dall’accendersi della speranza, per poi riesplodere, in modo convulso e rabbioso, quando quest’ultima viene brutalmente tradita. 

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