Regia di Fred Zinnemann vedi scheda film
Bellissimo. Difficilmente si può dire di questo film qualcosa di diverso. Fred Zinnemann gira con fermezza, sobrietà e grande sensibilità umana una storia come ce ne devono esser state tante in quei travagliati anni del dopoguerra, che non ha niente di artefatto o di finto. Anzi, è tutto molto verosimile, anche l'originale finale. La vicenda coinvolge molto, e tiene col fiato sospeso fino all'ultima inquadratura. Tuttavia non è cinema spettacolare, che vuole stupire; neppure il regista esibisce tecniche particolari, o fa notare troppo la macchina da presa. Dirige però con cura un manipolo di bravi attori, e sa renderli al perfetto servizio della trama e dei personaggi. Da notare sono soprattutto il novellino ma già capace Montgomery Clift, il bravissimo bambino Ivan Jandl, e le attrici che interpretano la madre e l'addetta all'ufficio indentificazione. Questa è anche un bel personaggio di donna, perché è molto umana e non si limita a fare la fredda burocrate. Sulla burocrazia e i regolamenti praticati senza buon senso c'è anche un breve ma indovinato siparietto umoristico.
Sullo sfondo, ma neppure troppo, c'è la terribile realtà dei campi di concentramento e dei traumi che lasciavano sui sopravvissuti, in particolare sui più piccoli. E' difficile da credere, ma esisteva anche un campo di sterminio per bambini, mi pare nell'odierno territorio della Repubblica Ceca.
I momenti di commozione sono sinceri e privi di melassa o lacrime a comando. Allo stesso modo, nel mettere in scena i frutti del nazismo non c'è ombra di retorica o ideologia, perché tutto è molto schietto e diretto. In generale, Zinnemann mostra in questo film tutta la stoffa di grande regista, che avrebbe ampiamente confermato negli anni successivi. Qui gira con troupe locale, germanofona come lui.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta