Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Un gruppetto di militari si ritrova in un bar a guerra finita. Al balcone, fra un drink e l'altro , i quattro fanno la conoscenza di un uomo , Samuels, che la mattina dopo viene ritrovato morto nel proprio appartamento.
Gli indizi sembrano convergere tutti sul commilitone Mitchell (George Cooper) ; la realtà sarà ben diversa. Toccherá al capitano Finlay(Robert Young) far luce sul caso, coadiuvato dai sergenti Keeley (R. Mitchum) e Montgomery (Robert Ryan).
"L'assassino doveva essere qualcuno che odiava Samuels senza saperlo".
Tema della pellicola è l'odio , sentimento di una nazione, l'America, orfana di guerra, impellenza di odiare qualcuno, qualcosa , un idea, per sentirsi ancora viva. Il rischio è quello di finire per odiare se stessa.
In questo caso parliamo di antisemitismo, ma poteva trattarsi di qualunque altra cosa ritenuta diversa dalla normalità (il regista venne accusato di comunismo durante il periodo della caccia alle streghe , venne imprigionato, poi fece alcuni nomi di illustri colleghi affiliati al partito di sinistra) .
Il film è di tutto rispetto, girato con polso dal regista ucraino : un intro atipica che getta subito nella mischia , poi la narrazione incanala alcuni Flashback che ricostruiscono presumibilmente gli eventi. Si inizia con quello del serg. Montgomery, poi quello della recluta Mitchell, che smentisce in parte il primo, decostruisce la storia per poi ricostruirla , aggiungendo pezzi al puzzle. Avvincente l'indagine, in equilibrio e piena di fascino la storia d'amore di Mitchell con la propria consorte.
Di prima fascia gli interpreti: Mitchum ad inizio carriera è già ipnotico; Ryan mette i brividi, ma il migliore è Young nei panni del detective con tanto di pipa in bocca. Da vedere in lingua originale per comprendere come sovrasti tutti gli altri. Un gran bel film
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