Regia di Edward Dmytryk vedi scheda film
Tutto si svolge fra una sera e il giorno seguente: nella prima scena assistiamo a un omicidio il cui colpevole indossa una divisa militare, poi il poliziotto Robert Young cerca di razionalizzare, il sergente Robert Mitchum pensa a proteggere i suoi commilitoni, i flashback dipanano i fili della storia. Dmytryk usa la vicenda noir come pretesto per illustrare il senso di disorientamento postbellico: se ne era già occupato in Anime ferite, che però era incentrato sul tema specifico del reducismo; qui invece si parla d’altro: la necessità di trovare un nuovo nemico dopo la fine della guerra, l’antisemitismo strisciante (in ciò il film si apparenta al coevo Barriera invisibile di Kazan) e più in generale la discriminazione del diverso (di cui era rimasto vittima il nonno irlandese di Young). Con queste premesse, è comprensibile che il regista abbia avuto guai durante la caccia alle streghe. Occhio alla prostituta Gloria Grahame e soprattutto al suo sornione protettore, che non si sa mai quando dice la verità.
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