Regia di Michael Powell vedi scheda film
Torturato per anni e fin dall'infanzia dal padre scienziato a scopi sperimentali, un cameraman (Bohem) convoglia verso prostitute e donne troppo disinvolte la sete di rivalsa che avrebbe voluto indirizzare verso il genitore. Si trasforma così in un lucido serial killer, consapevole della sua malattia e determinato a salvaguardare la vita di una vicina di casa, per salvare la quale decide per l'harakiri. Scritto da Leo Marks, L'occhio che uccide esplora gli interstizi tra voyeurismo (non a caso il titolo inglese del film vuol dire "guardone"), sadismo e pornografia, portando alle estreme conseguenze la riflessione sul guardare attraverso il cinema. Inizialmente ignorato dal pubblico, il film di Powell è diventato - con gli anni - oggetto di un'inspiegabile rivalutazione che lo ha consacrato a cult movie.
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