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L'occhio caldo del cielo

Regia di Robert Aldrich vedi scheda film

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La recensione su L'occhio caldo del cielo

di Donapinto
6 stelle

Dana Stribling (Rock Hudson) e' uno sceriffo sulle tracce di Brendan O'Malley (Kirk Douglas) un'avventuriero accusato di omicidio. I due si accordano per una tregua e aiutano John Beckinredge (Joseph Cotten) un allevatore dedito alla bottiglia, a guidare una numerosa mandria di bovini in Texas. Beckinredge ha una moglie, Belle, una ex-fiamma di O'Malley, e una figlia, Melissa (Carole Linley), un'adolescente che finisce con l'innamorarsi, ricambiata, del maturo O'Malley. Ma sara' proprio Belle a rivelare una sconcertante verita' a O'Malley.                     Western dal respiro classico che porta l'inconsueta e insolita firma di Robert Aldrich, cineasta che ha sempre preso le distanze dagli stereotipi e gli schematismi che la Hollywood di quegli anni imponeva. L'OCCHIO CALDO DEL CIELO (bel titolo) soffre di una sceneggiatura firmata da Dalton Trumbo, altro "disubbidiente" di Hollywood, appesantita in eccesso da elementi melodrammatici e romantici da scadere nel mieloso e con un'improbabilissima storia d'amore che sfiora l'incesto (un bel coraggio comunque per quegli anni) fino al tragico duello finale. Aldrich sembra dirigere una pellicola costruita su misura per Kirk Douglas e il suo personaggio, un individuo irrequieto e aggressivo, ma al contempo romantico e generoso. Piu' convenzionali gli altri: Rock Hudson tutore dell'ordine tutto d'un pezzo, bello e virile, innamorato di Belle e che vuole sposare al piu' presto, quasi per rimpiazzare la moglie e la figlia che gli sono state uccise dagli indiani e Joseph Cotten, allevatore semi-alcolizzato che esce di scena in una maniera tutt'altro che onorevole e con i suoi famigliari che neppure lo piangono. Sembra quasi il ritratto di un attore attivissimo a Hollywood in un'infinita' di importanti pellicole, ma con una carriera da eterno comprimario, e che neppure in un film come IL TERZO UOMO dove dominava la scena per l'intera pellicola, ebbe la soddisfazione di essere il primo attore, infatti l'ostacolo si chiamava Orson Welles, che peraltro compariva per pochi minuti. L'OCCHIO CALDO DEL CIELO e' un tipo di western non nelle mie corde, piu' vicino probabilmente ai modelli Fordiani che a quel western revisionista (che apprezzo molto ma molto di piu') che fara' la sua comparsa pochi anni dopo e a cui Aldrich donera' nel 1972 il crudo e violento NESSUNA PIETA' PER ULZANA, non senza aver fatto le prove generali negli anni 50' con VERA CRUZ e L'ULTIMO APACHE. Nonostante tutto non me la sento di stroncare una pellicola confezionata in maniera accurata, ben interpretata e diretta da un regista americano tra i piu' interessanti e dotati, bravissimo in tutti i generi che ha esplorato: western, hard boyled (UN BACIO E UNA PISTOLA), guerra (PRIMA LINEA, NON E' PIU' TEMPO DI EROI), thriller (CHE FINE HA FATTO BABY JANE?), gangheristico (GRISSOM GANG), e riuscendo a coniugare dramma, commedia, analisi sociale e film sportivo, come in QUELLA SPORCA ULTIMA META e L'IMPERATORE DEL NORD.

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