Regia di John Huston vedi scheda film
Qualcuno resterà deluso, ma in questo bel film non c'è proprio nulla di blasfemo e di irriverente verso il cattolicesimo, e lo dice un cattolico molto sensibile a questi temi come me. Lo so che il Mereghetti sproloquia di blasfemia, di acrobazie per evitare la censura, di sensualità, ma io di tutto ciò non ho visto neppure l'ombra. Non vedo neppure cosa ci sia di blasfemo in un crocifisso rimasto decapitato da un bombardamento. Qui siamo in presenza dell'insolita e imprevista convivenza di un marine rude, ma onesto e dal cuore buono, con una suora con una vera vocazione (non come in Narciso Nero di Powell e Pressburger, dove a donna è entrata in convento per una delusione amorosa). E' ovvio ed è naturale che la tentazione reciproca, favorita dalle circostanze, si faccia sentire, in certi momenti in un modo fortissimo e quasi insostenibile. Non è però affatto ovvio che bisogna cederle, specie quando Dio ha altri progetti su di noi. Lo stesso Mitchum si ritrova, quasi senza averlo studiato, a tentare la suora in modo terribile, con argomentazioni fallaci e menzognere, come fa il demonio: "passeranno degli anni prima che ci trovino, e che, ce ne resteremo qui così?" Il giorno dopo sbarca un reparto marine e la prova è superata. La fuga della suora, anche a prezzo della malattia, è stata in realtà la sua vittoria. Se fosse rimasta sarebbe caduta. E' molto bello vedere alla fine come lui le chiede perdono per averla tentata in quel modo, si rende protagonista di un grande atto di altruismo senza farlo sapere (il disabilitare i cannoni), e capisce che è bene che le cose tra loro due siano rimaste com'erano. L'attestato di grande stima reciproca che si esprimono alla fine non solo non è blasfemo, ma anzi è puro e nobile, e non viola lo stato della suora. A proposito, Huston poteva facilmente fare finire il film in modo diverso (come molti vorrebbero), poiché il non aver preso i voti definitivi dava alla suora la possibilità di tirarsi indietro e di fare un'altra scelta, senza rinnegare la sua consacrazione. Però ha voluto ugualmente che il film finisse così. A proposito, il regista è davvero bravo a basare tutto il film su due soli personaggi (bravissimi Mitchum e la Kerr) e a farlo reggere bene, senza cedimenti. E' anche interessante la rappresentazione dei giapponesi: sono sì nemici, per la disumana logica della guerra, ma di per sé sono dei poveretti come tutti, che girano in mutande per l'accampamento, giocano a dama, e ronfano sotto le zanzariere. Insomma, grande Huston, come sempre.
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