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Gli occhi, la bocca

Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film

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La recensione su Gli occhi, la bocca

di mm40
6 stelle

"E finiscila coi pugni in tasca! Sei patetico, un burattino", dice lo zio a Giovanni, il protagonista, in una scena conclusiva del film. La citazione del titolo del primo lungometraggio del regista è chiaramente voluta ed assolutamente appropriata, poichè questo Gli occhi, la bocca è un'ideale prosecuzione, ad una quindicina d'anni di distanza, del discorso cominciato con quel film. E Lou Castel è infatti l'interprete di entrambi, un ragazzo (qui ormai uomo) solitario ed inquieto che rinnega il sistema di valori e perfino gli atteggiamenti quotidiani, verso le piccole cose, della propria famiglia. Fino a che punto si può essere 'arrabbiati' con le proprie origini? Fino a dove può spingersi questo misto fra indignazione, individualismo e negazione della comunicazione? Giovanni - per quanto in apparenza privo di scrupoli e di sensibilità - è preda di enormi sensi di colpa (come esplicitamente suggerisce il 'fantasma' di Giuseppe nel surreale finale), ormai fagocitato dal circolo vizioso che lo ha alienato dal resto della famiglia, tutto il contrario del fragile gemello suicida; ancora una volta (vedasi anche La cina è vicina) Bellocchio ci offre uno sguardo poco edificante e rassicurante su quanto accada all'interno delle mura domestiche, nella dimensione privata di ciascuno di noi, ma al tempo stesso in quella che ci segna fin dall'infanzia e ci instrada verso l'età adulta. Il percorso di Giovanni è quello di un ragazzo emancipatosi solo superficialmente dalle proprie radici, che non a caso ha trovato la propria strada nel cinema (è diventato attore di discreto livello): la sceneggiatura di Bellocchio - che cita una 'collaborazione' di Vincenzo Cerami - infatti pare avere anche qualche riscontro autobiografico. Ma, rispetto ai Pugni in tasca, si notano meno intensità nelle situazioni e meno profondità nei personaggi. Parte minore per Michel Piccoli (lo zio), musiche di Nicola Piovani. 6,5/10.

Sulla trama

Un attore sulla quarantina torna in famiglia, nella provincia emiliana, per il funerale del fratello gemello. L'uomo si è suicidato per amore di Wanda, che con l'attore-gemello intreccia una relazione. Gli antichi dissapori famigliari riaffiorano intanto vivissimi.

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