Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Alla base del soggetto di GLI OCCHI, LA BOCCA vi è il suicidio del fratello gemello di Marco Bellocchio, Piergiorgio uccisosi negli anni sessanta. Da una dolorosa vicenda familiare il regista piacentino trae spunto per raccontare la storia di una famiglia borghese che alla vigilia del capodanno del 1981 viene colpita dalla morte di Pippo, lo zio Nigi e i nipoti nascondono la causa reale della morte alla madre incredula e scioccata per la prematura scomparsa del figlio. Il fratello gemello Giovanni giunge da Roma per il funerale, attore in crisi conosce e frequenta Vanda l’ex fidanzata di Pippo innamorandosene perdutamente. Bellocchio aggiunge un altro fondamentale tassello al suo personale mosaico sulla famiglia sviluppando collateralmente alcune tematiche già accarezzate in precedenti pellicole, tra le altre la televisione quale strumento invasivo delle vite private di piccoli e adulti. Personaggio cardine del film è Giovanni il fratello attore di Pippo: torna a casa, convince Vanda a partecipare al funerale, si scontra con il cinismo dello zio, riassapora il calore familiare ma anche il torpore e le ipocrisie, recita per la madre la parte di Pippo, è attratto e spaventato da Vanda per poi innamorarsene trovando la serenità.
L’autore con la collaborazione di Vincenzo Cerami gli ha dato maggiore fascino e spessore ricalcando la sua figura sulla vita privata e artistica di Lou Castel attore (il Sandro de I PUGNI IN TASCA, omaggiato più volte). Egli recita se stesso con i suoi scatti improvvisi e le sue inquietudini interiori. Interpretazione sofferta, sottile e apprezzata a metà dalla critica ma che in realtà è tra le sue migliori insieme al già citato capolavoro del ’65. Notevoli e dolenti il monologo alla madre (…mamma sono Pippo non aver paura, perdonami tu mi hai dato la vita ed io non ho avuto nessuna gratitudine, io non mi sono impiegato non mi sono laureato, non mi sono sposato, non ho fatto la Santa Pasqua e ho bestemmiato tante volte…), la confessione autobiografica a Vanda (…non mi chiamano più perché sono ingrassato, per molti anni mi hanno preso perché ho fatto il ’68 serviva un contestatore, un arrabbiato, un soggetto antisociale chiamavano me ero diventato un carattere quasi una macchietta, io pensavo prima o poi qualcosa cambierà poi sono passati gli anni e non è cambiato niente, neanch’io sono cambiato sono passato di moda…anche nei film più brutti e più stupidi ho cercato sempre all’inizio di esprimere qualcosa, un particolare anche una sciocchezza non volevo farmi annullare completamente…), gli scontri con lo zio Nigi (…io odio i tipi come te, i positivisti, i razionalisti, i progressisti disincantati…sorridono sempre alzano le spalle superiori a tutto e non rischiano mai la vita…peggio dei preti e dei fascisti!). Il personaggio di Vanda (Angela Molina) è una ragazza sudamericana ribelle e in rotta con tutti, soprattutto con i genitori emigranti cattolici e opportunisti, legata da un rapporto di amore-odio con il padre (il bilioso Antonio Piovanelli). Vorrebbe abortire, non ha creduto in Pippo ma si prenderà cura di Giovanni. Lo zio Nigi (Michel Piccoli), avvocato che discerne sul suicidio giustificando la morte del nipote con cinismo per poi insabbiare tutto in nome dell’integrità familiare e della morale cattolica (…chi crede in Dio crede in qualsiasi cosa). La madre dei due gemelli (Emmanuelle Riva) ha qualche assonanza con quella de I PUGNI IN TASCA, la sua cecità a differenza dell’altra non è fisica ma data dal dolore, dallo strazio e da un senso di rassegnazione. Tra le curiosità GLI OCCHI, LA BOCCA è stato girato interamente a Bologna, Lou Castel è stato doppiato da Sergio Castellitto, futuro e straordinario interprete de L’ORA DI RELIGIONE e IL REGISTA DI MATRIMONI. Ancora una volta imprescindibili le musiche di Nicola Piovani.
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