Regia di Marco Bellocchio vedi scheda film
Un film carico di forza dove Bellocchio esprime la sua poetica delle immagini. Una specie di seguito di "i pugni in tasca" con dei chiari riferimenti come la proiezione al cinema di quel suo grande e mitico film dell'esordio. Una storia densa e significativa giostrata molto bene dal regista grazie anche a due attori molto bravi. Angela Molina era stata vista da Bellocchio nel film di Bunuel "Quell'oscuro oggetto del desiderio" dove divideva la parte di Conchita, Bellocchio la volle assolutamente come protagonista del suo film e li piacque talmente tanto anche la sua voce, il suo accento nel parlare italiano, che alla fine desise di farla doppiare da se stessa. Per quanto riguarda Castel, lui veniva da molti film impegnati e non voleva proprio, inizialmente, fare questa parte poi però accettò; una curiosità è che in questo film Castel è doppiato da Castellitto che diventerà il protagonista di molti film del regista in seguito.
Questo film è una sorta di seguito de "i pugni in tasca" del 1965. Giovanni (Lou Castel) ritorna a casa perchè il fratello gemello Pippo si è suicidato. Giovanni che se ne era andato da ribelle dalla famiglia anni prima enon voleva più tornarci ma di fronte alla tragedia non può farne a meno. Conoscerà la ragazza (Angela Molina) di suo fratello gemello deceduto e se ne innamorerà.
Una piccola parte ma essenziale. Personaggio di bunueliana memoria.
Una grnadissima chiamata anche lei per una piccola parte molto intensa. Bellocchio ha unito assieme davvero un ottimo cast.
Anche lei di bunueliana memoria. Una brava attrice che ha già nella sua espressione una carica surreale.
Forse una prova ancora più importante e sofferta di quella de "i pungni in tasca".
Ottima regia. Anche in questo film ci sono delle scene molto significative e ben girate nelle quali Bellocchio non perde mai la sua carica surreale-grottesca che lo contraddistingue.
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