Regia di Terence Young vedi scheda film
Thriller di stampo più teatrale che cinematografico, ben recitato ma raffazzonato sul piano della verosimiglianza.
Buon thriller ma onestamente troppo inverosimile. Come ha fatto notare qualche altro utente, la messa in scena poteva prestarsi bene per il teatro ma cinematograficamente risulta decisamente forzata. L'inganno costruito per circuire la protagonista cieca risulta troppo artefatto, per tanti e troppi motivi; è assurdo che la donna riponga fiducia incondizionata in un uomo che si spaccia come amico del marito (arrivando persino a piangere per lui, nel finale), pur senza averne mai sentito parlare, assurdo che senta tutti quei rumori (gente che apre e chiude tapparelle, strofina pezze sui mobili) senza fare o dir nulla, assurdo che casa sua sia un porto di mare in cui chiunque entra ed esce come attraverso una porta girevole, assurdo - infine - che in un palazzo abitato si veda in giro solo una ragazzina scorbutica e, malgrado la protagonista spacchi lampadine e urli, nessuno batta ciglio. A questo festival delle assurdità si aggiunge il finale - bello, per carità - in cui uno scaltro e feroce assassino si fa fregare da una donnetta armata di un coltellino, ma che resta, comunque, la parte più valida del film.
Buona la tensione, brava la Hepburn ma non è un gran film: dettagli poco curati, psicologia dei personaggi delineata in maniera superficiale; l'unico davvero convincente è il cattivo di Arkin.
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