Regia di Curtis Bernhardt vedi scheda film
Questo mélo trasforma lo scambio tra gemelle, tipico tema della commedia degli equivoci, in un drammatico inganno, maliziosamente voluto, dolorosamente scoperto, e, infine, amorevolmente perdonato. L'apparenza non è un valore, però, nella storia umana, è una categoria capace, secondo le circostanze, di unire o separare, di accomunare o distinguere, indirizzare o disorientare, partecipando così alla determinazione del nostro destino. L'uguaglianza e la diversità dipendono dalla messa a fuoco, "l'anima e il volto" sono i due livelli su cui si colloca la realtà concreta o immateriale: sono, come in un quadro, il primo piano e lo sfondo, il colore della superficie e la profondità prospettica. La persona, in un ritratto come nella vita sentimentale, è rotondità del corpo e luce dello spirito, è l'osso dentro un braccio e il temperamento che traspare dagli occhi. La cattiva pittura copia e semplifica, la buona pittura interpreta e sviluppa, così come dovrebbe fare chi, guardando alla realtà, voglia evitare le trappole del giudizio facile e troppo frettoloso. Questo film presenta il sentimento umano nella sua naturale ambiguità, che ne costituisce la poetica ricchezza: un tesoro fatto sia di cecità, sia di prodigiosa veggenza, sia di oblio, sia di memorie scolpite dentro il cuore.
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