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Nuovo Cinema Paradiso

Regia di Giuseppe Tornatore vedi scheda film

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La recensione su Nuovo Cinema Paradiso

di LorCio
10 stelle

Dopo quasi un ventennio, finalmente si riesce a visionare la director’s cut del capolavoro di Peppuccio Tornatore, Nuovo cinema Paradiso. La versione che ottenne una valanga di premi e riconoscimenti da tutto il mondo, coronata dall’Oscar come Miglior film straniero, era il frutto di un lavoro di radicale taglio di alcune scene. Sarebbe più corretto dire che venne completamente soppresso il filone più romantico, quello relativo allo sviluppo della contrastata storia d’amore tra Totò ed Elena nel periodo della adolescenza e l’incontro di trent’anni dopo tra i due.

 

Quasi mezz’ora che cassa l’episodio più sentimentale (e forse più mellifluo) dell’opera e che getta un’ombra più misteriosa, più mitica della figura già grandiosa di Alfredo. A differenza di altri taglietti che qua e là vennero effettuati (la prima scopata di Totò, una proiezione al cinema di Lascia o raddoppia?, qualche sequenza più diluita), che lasciano la versione “ufficiale” pressoché identica, la rimozione della love story tra Totò ed Elena era sì il pezzo più facile da eliminare, ma anche il più sofferto. Perché dona alla seconda parte del film un’aureola più malinconica, più appassionata, e anche più liricamente fosca, servendosi degli apparentemente insignificanti dettagli della versione di due ore e cinque per costruire una variante sorprendente, che illumina su ciò che non era spiegato.

 

Questa struggente director’s cut non è manco la versione di due ore e mezza presentata all’Europacinema di Bari, bensì un primo montaggio, un vecchio work in progress che alla fine risulta di due ore e quarantasette. Ancora più romanzesco, ne aumenta la dimensione epica e l’atmosfera fascinosa. Se nella versione ufficiale la parte del ritorno in Sicilia era semplicemente una apoteosi dell’amore incondizionato nei confronti del cinema, qui questa scorre parallelamente alla storia d’amore tra Totò ed Elena, tenera e nostalgica, crudele ed intensa.

 

Forse è tutto un po’ più diluito, un tantino prolisso, con qualche ingenuità nella seconda parte, ma, ragazzi, che film! Si piange ancora di più, anche per merito di uno scatenatissimo Ennio Morricone. La sensazione che trasmette questa director’s cut è un sentimento di rancore verso chi, comprensibilmente e giustamente per certi versi, apportò quei radicali tagli, dando origine ad un film certamente strepitoso, ma che in confronto a questa appare conciso, sintetico. Non dice abbastanza. Viva Tornatore e chi ha recuperato questo memorabile, straordinario, commovente primo montaggio.

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