Regia di Enzo G. Castellari vedi scheda film
Prodotto da Fabrizio De Angelis, commissionato a Enzo G. Castellari (Enzo Girolami), il quale lo dirige tra "1990 - I guerrieri del Bronx" (1982) e "Fuga dal Bronx" (1983), "I nuovi barbari" è un post-atomico di rara bruttezza in cui la parola che meglio identifica questo film è: povertà!
Povertà di idee, visto che Tito Carpi ne scrive la trama durante la visione di "Interceptor - Il guerriero della strada" (1981) di George Miller, senza nessuna idea originale ed anzi prendendo più di uno spunto, riguardo al finale, da "Per un pugno di dollari" (1964) di Sergio Leone. La regia di Castellari, poi, è insolitamente piatta, svogliata, ed anche le scene d'azione, specialità del regista romano, sono piuttosto misere.
Povertà interpretative, con caratteristi promossi a protagonisti e gente comune al posto dei caratteristi. Rimane impresso il bel visino smarrito e disorientato della Kanakis, sempre meglio, comunque, della faccia inespressiva del protagonista Prete (che si firma Timothy Brent) o del ghigno spiritato di Williamson. Discorso a parte per Montefiori (conosciuto con il suo storico pseudonimo di George Eastman), il quale si trova perfettamente a proprio agio ad interpretare il cattivo di turno, meglio se mentalmente instabile.
Povertà di mezzi e risorse, probabilmente la cosa che più balza all'occhio, visto che De Angelis mette a disposizione tanti soldi quanti non basterebbero ad una Pro loco per organizzare una sagra di paese. Girato quasi totalmente in una delle tante ex cave di sabbia e ghiaia nei pressi della Capitale, la pellicola ha la particolarità di mostrare una gran quantità di catorci recuperati direttamente dallo sfasciacarrozze, riassemblati in modo ridicolo con pezzi di lamiera argentata e con aggiunta, in post-produzione, di fastidiosi rumori simili a dei mosconi al posto di un classico rombo di motori. Proprio per il budget all'osso, è impossibile giudicare Mario Giorsi, che si occupa dei costumi; la banda dei Templars li veste come giocatori di hockey senza casco, la Kanakis la lascia in mutande, la Peynado gira con un costume di plastica trasparente, mentre tutti gli altri i vestiti se li portano da casa.
Musiche di Claudio Simonetti.
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