Regia di George Cukor vedi scheda film
Prologo con delitto, intermezzo finto sentimentale, il resto è thriller: una donna prigioniera in una casa-trappola, con i piani superiori chiusi come la stanza di Barbablù, e un marito che ogni sera esce con una scusa improbabile. Cukor alla regia se la cava bene con un soggetto (forse non molto verosimile) che sembrerebbe fatto apposta per Hitchcock, compresi certi personaggi secondari quali la vecchia vicina impicciona: nonostante il colpevole venga individuato pressoché subito, la tensione non cala mai. Merito anche degli interpreti: soprattutto la Bergman (premiata con l’Oscar), che rende con intensità un personaggio progressivamente spossessato della sua volontà, ma anche il mellifluo Boyer e il salvatore Cotten. Il triangolo, quasi un format, verrà ripreso pari pari da Sirk in Donne e veleni (1948) e da David Miller in Merletto di mezzanotte (1960).
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