Regia di George Cukor vedi scheda film
Buona prova di un Cukor drammatico, che quasi preferisco a quello delle commedie. Gli attori sono bravi e in parte: la Bergman è perfetta quando è spaesata, confusa e angosciata; Boyer fa molto bene le espressioni da pazzo maniaco, divorato dalla bramosia per i diamanti, ed è perfetto nel ruolo del simultatore e seduttore. Il cinema ha contemplato più volte, e con ottimi risultati, personaggi come il suo, o con lievi sfumature (cacciatori di dote, sadici...), che però riescono ad incantare le donne, quasi a ipnotizzarle. Sarà perché è una figura abbastanza diffusa anche nella realtà. Molto brava è anche la giovanissima (e carina) Angela Lansbury, che interpreta bene la parte della cameriera smorfiosa, falsa, linguacciuta, subito pronta ad approfittarsi delle situazioni e delle persone. Cukor rende molto bene l'angoscia della protagonista, la perfidia del marito, e l'atmosfera sinistra di quella casa (specie quando vi entrano per la prima volta). L'avevo visto molti anni fa, forse da piccolo, e mi era rimasto impresso solo un particolare, che secondo me ha la sua forza e la sua originalità, tanto che è il titolo originale del film: cioè le fiammelle delle luci a gas che calano in modo misterioso. E' un dettaglio che contribuisce non poco al clima di angoscia del film.
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