Regia di Sergio Grieco vedi scheda film
Pur rappresentando in pieno il classico lavoro del nutrito filone di cappa & spada che in quegli anni spopolava, e pur essendo diretto da un mestierante non particolarmente dotato (ma neppure disastroso) che già aveva firmato alcune pellicole di analogo tenore e scarso appeal, Le notti di Lucrezia Borgia vale qualcosina in più della media dei prodottini a esso affini. Perchè il budget messo a disposizione dalla coproduzione francoitaliana è discreto e si nota nella confezione del lavoro; e perchè nel cast non mancano i nomi convincenti e di una certa fama, da Michele Mercier a Belinda Lee, da Jacques Sernas a Franco Fabrizi, passando per un Arnoldo Foà come sempre impeccabile. Grieco è anche autore della sceneggiatura insieme a Carlo Caiano, ma il copione è in effetti la nota stonata di tutto lo spartito: la trama è banalotta e ben poco avvincente, tanto che il lieto fine risulta inevitabile come la salva di sbadigli per lo spettatore - tutto questo per tacere delle inverosimiglianze storiche inserite a forza nel film. L'epoca degli eroi ardimentosi e romantici stava per terminare, ma negli anni successivi Grieco troverà spazio in un paio di generi dalle caratteristiche prossime: prima girando qualche peplum e poi dedicandosi alle spy stories (qui sfruttando lo pseudonimo di Terence Hathaway). Anche la durata della pellicola - pochi minuti meno di due ore - è francamente esagerata. 3,5/10.
Federico degli Alberici è benvoluto alla corte dei Borgia, ma di fronte alle avances della terribile - ma bellissima - Lucrezia, mostra di preferire le grazie di un'altra splendida fanciulla, Diana, fervente nemica dei Borgia. E proprio Diana convincerà Federico a combatterli.
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