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Le notti di Cabiria

Regia di Federico Fellini vedi scheda film

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La recensione su Le notti di Cabiria

di ed wood
8 stelle

Meno fondamentale di "La Strada", che assieme allo "Sceicco Bianco", segnò il passaggio dal neorealismo a qualcosa di sostanzialmente diverso, questo "Le notti di Cabiria" rappresenta un'opera di transizione nel cine-percorso felliniano. Da una parte viene recuperata una dimensione da "primi anni 50", a metà fra l'ambientazione chapliniana (via De Sica) e mai sopiti retaggi melodrammatici; dall'altra però si prospetta la crudeltà iperrealista di Pasolini (che collabora alla sceneggiatura, e si nota), nonchè l'affresco della decadenza capitolina che lo stesso Fellini avrebbe di lì a poco messo in scena, con irripetibile convergenza fra cronaca ed epica, nel monumentale "La Dolce Vita". La mano di Fellini si nota, ovviamente, in tutti quei momenti in cui il realismo di fondo slitta gradualmente verso una dimensione quasi magica, concretamente visionaria, da "fantastico quotidiano", da sogno lucido. Questa trasfigurazione, più sporadica rispetto a "La Strada", questa disperata evasione "nella realtà" (e non "dalla realtà") passa necessariamente dallo finzione, dallo spettacolo, anche quello più infimo: l'illusionismo, il cabaret, il circo etc...E' in un teatrino di varietà, infatti, che la tormentata Cabiria riesce per un attimo a dimenticare l'amarezza della propria miserabile esistenza, immaginando un uomo, Oscar, dotato di quella sensibilità e gentilezza che nessun'altro ha saputo darle. E come per magia, questo uomo della Provvidenza si materializza...Dove il film riesce registicamente e sa commuovere è proprio in queste occasioni di slittamento fra squallore della realtà e potenza dell'immaginazione. Film rapsodico, episodico, e quindi anche in questo "felliniano", alterna pagine convincenti (la serata con Amedeo Nazzari, attore indimenticabile; il finale melanconico) ad altre più forzate (il pellegrinaggio); non raggiunge, a mio parere, i vertici della "Strada", ma vanta comunque una Giulietta Masina del tutto in parte, la cui vibrante performance vale da sola la visione.

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